“BAFFALO!”
Un urlo belluino, che parte da un lato qualsiasi del tavolo o del bancone.
Dopo una partita, magari hai sudato come un facocero per ottanta minuti, più riscaldamento, e non vedi l’ora di affondare il labbro superiore nella morbida schiuma della tua meritata bionda. Bicchiere gelato, con tutte le goccioline sull’esterno che chiamano ad assaporare l’interno ambrato.
Il premio agognato dopo la battaglia.
Il primo celestiale sorso.
Il vero ristoro e immancabile coronamento della partita di rugby.
E invece no!
Non ti puoi godere appieno neppure questo momento, in piena e totale e appagante solitudine!
Ma zioccan…
Dopo la chiamata del baffalo, niente sarà più come prima.
Sarai spiato da tutti i lati: quelli che fino ad un secondo prima erano i tuoi compagni ed i tuoi fratelli ti tenderanno tranelli come i peggiori bastardi mai visti.
La tua birra, improvvisamente, diventerà pericolosa e infida, come tenere tra le mani un serpente a sonagli.
Prima di tutto, abbi cura di cambiare mano. Non solo per bere, ma anche semplicemente per fare o per rispondere ai brindisi.
Il boccale non potrà più essere afferrato e tenuto con la tua posa consueta, quella che hai interiorizzato come un aspetto del tuo carattere. Il bicchiere non è più il prolungamento naturale del tuo braccio, ma diventerà un oggetto estraneo, pesante.
Occorre fare mente locale, e non distrarsi mai. Perché appena fai in modo di abbassare la guardia, e magari ti fai prendere da una conversazione spiritosa, o ti rilassi incautamente, e avvicini il boccale per un sorso… ZACK! Scatta il secondo urlo belluino, dopo la chiamata iniziale: “BAFFALO!”.
E che caz…
Ora la birra che hai tenuto da centellinare sul palato, da sorbire lentamente, per prolungare il piacere ed il gusto, te la devi tracannare così com’è, tutta d’un fiato: non solo non ne sentirai il sapore, ma ti anestetizzerà lingua, esofago, e giù fino allo stomaco, come un blocco gelato.
Forse, riuscirai a gestire lo spazio interno liberando un po’ di materia gassosa successivamente; ma non riuscirai comunque a parlare per qualche minuto.
E, soprattutto, la tua mente ha già imboccato quella strada fatale per cui più sei annebbiato, più sei propenso a distrarti, e magari a sbagliare mano un’altra volta: “BAFFALO!”.
Maledetti! Che voi siate dannati in eterno, per aver inventato questo ed altri giochi infernali, tramati soltanto per rendere il giocatore di rugby simile ad un animale allo stato brado, privo di acume e di vergogna, scevro della facoltà di parola, traballante ed insicuro come una pecorella smarrita, lagnoso come un agnello sacrificale, bersaglio delle più oscene prese per i fondelli da parte di quelli che dovrebbero essere solidali, e oggetto di scherno da parte dei soggetti che invece si vorrebbe circuire o sedurre.
Non c’è nulla di eccitante, invece, in questo ammasso informe di carne, già tumefatta dalla competizione in campo ed ora definitivamente affossata. La birra ha completamente offuscato ogni capacità di discernimento; il senso dell’orientamento è impegnato a ricalcolare perennemente il percorso, e non c’è alcun modo di distinguere la destra e la sinistra, quindi…
“BAFFALO!”.
Game over.
Mi raccomando, bevete responsabilmente!
(Significa: appena un vostro amico si appresta a chiamare il Baffalo, tramortitelo con un colpo secco sulla nuca e fate finta di niente, continuando con calma a sorseggiare la vostra birra, con la mano che vi pare)