Dopo l’amara retrocessione del Cittadella, avvenuta nel corso della stagione appena conclusa, nel pomeriggio di ieri abbiamo avuto il piacere di parlare con due ex bandiere della squadra modenese, Filippo Turci e Andrea Guicciardi. I due, che da poco si sono trasferiti alla Casalgrandese, si sono soffermati sulle difficoltà avute nel corso della stagione, sul mercato e sulle aspettative future.
Andrea Guicciardi
Andrea cominciamo da te, quella di quest’anno è stata una stagione molto travagliata sotto vari punti di vista, quali sono state le cause che hanno portato alla retrocessione?
“Trovare giustificazioni o colpevoli è molto difficile, i fattori sono sempre vari. La stagione è partita male fin dall’inizio con diversi risultati negativi nel girone d’andata. Nel ritorno c’è stata un’evoluzione, ma i punti non sono stati abbastanza per raggiungere la salvezza. Ci siamo giocato tutti nel playout a Salsomaggiore, ma il doppio risultato ha favorito loro. Peccato perché credevamo e speravamo di salvarci”.
Recentemente hai preso la decisione di trasferirti alla Casalgrandese e di lasciare il Cittadella dopo molto tempo, cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
“E’ stata una scelta abbastanza sofferta perché sono particolarmente legato al Cittadella e infatti, il mio trasferimento non era in previsione. La mia idea era di rimanere, ma diversi fattore mi hanno poi portato a decidere di cambiare maglia. Certamente, è stato fondamentale il progetto che mi ha presentato la Casalgrandese”.
Oltre a voi due è partito anche Colombini, altra figura di riferimento del vecchio Cittadella, cosa ha portato a questo sfaldamento? Problemi con il nuovo allenatore?
“Conosco Cantaroni da diverso tempo e con lui non c’è nessun problema. E’ una persona che stimo e con la quale ho un rapporto tranquillo. Il suo ritorno poteva essere un motivo in più per restare. Per quanto riguarda Colombini, ha passato una stagione travagliata per colpa di un infortunio al ginocchio, ma nonostante questo è sempre stato vicino al gruppo. Anche lui, dopo tanto tempo, sentiva l’esigenza di cambiare e mi ha confessato che è stato colpito dal progetto della Scandianese”.
Considerando il mercato svolto dal Cittadella sin qui, dove ti aspetti che possa arrivare nella prossima stagione?
“Il Cittadella ha fatto un mercato importantissimo, confermando tasselli fondamentali della rosa dell’anno scorso. Partono da una buona base e hanno aggiunto giocatori come El Madi. Ci sono vari fattori che mi portano a dire che il Cittadella è assolutamente la favorita di questo campionato e me lo auguro perché rimarrò per sempre il loro primo tifoso”.
Quali sono gli obiettivi della Casalgrandese?
“Per la Casalgrandese è un anno abbastanza rivoluzionario. Il gruppo è totalmente nuovo e composto da giocatori giovani. Anche il mister è una scommessa per la categoria, ma ho avuto modo di parlarci e ha tanta voglia di fare. Speriamo di raggiungere una salvezza tranquilla. Io sono fiducioso, possiamo fare bene”.
Filippo Turci
Filippo, dopo la salvezza raggiunta un paio di stagioni fa, cosa non ha funzionato nel campionato appena trascorso? Forse, il mercato svolto nella scorsa estate è stato insufficiente?
“Non credo che il mercato sia stato insufficiente. La rosa era completa, noi potevamo e dovevamo fare di più. E’ stata un’annata nata male e continuata peggio. Ci sono mancate figure di riferimento sia dentro che fuori dallo spogliatoio. Serviva gente che toccasse le corde giuste nei momenti difficili e anche noi dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Non so dire cosa non è andato di preciso, le cose non giravano. Non siamo mai risusciti a trovare continuità e far girare gli episodi dalla nostra parte”.
Cosa ti ha spinto a lasciare il Cittadella?
“Ho iniziato a maturare questa decisone alla fine della scorsa stagione perché sentivo l’esigenza di cambiare ambiente. Credevo fosse finito un ciclo. Dopo aver parlato con la società, la sensazione è stata che avessero più bisogno di Turci fuori dal rettangolo verde che del Turci giocatore e anche per questo ho deciso di andare a Casalgrande. Non nascondo che è stato fondamentale che venisse con me Guicciardi. Non è stata una scelta facile. Il Cittadella rimarrà la mia seconda famiglia e sarà sempre tifosissimo”.
Oltre a voi, sono partiti altri giocatori storici della squadra. Come mai questa “rivoluzione”?
“Ripeto, credevo fosse finito un ciclo anche se in realtà non è così perché buona parte dei giocatori della scorsa stagione sono rimasti. Di recente, ho parlato con Colombini e lui aveva bisogni di cambiare aria perché a Cittadella, ormai, aveva fatto il suo tempo”.
Dopo la retrocessione la società ha deciso di rinnovarsi aprendo un nuovo ciclo con mister Cantaroni. Alla luce dei grandi traguardi che questo allenatore ha raggiunto con questa squadra, pensi che sia stata la scelta migliore?
“Sì, perché conosce bene l’ambiente e la categoria. Ho avuto piacere di lavorare con lui e di vincere un campionato e non posso che parlarne bene. Secondo me, è la scelta giusta e ora dovrà essere bravo a tirare fuori il meglio dai giocatori. La squadra è importante e credo siano i favoriti”.
Venendo al presente, dove potrà arrivare la Casalgrandese?
“L’obbiettivo è la salvezza e mi piacerebbe raggiungerla con qualche giornata d’anticipo. Speriamo di toglierci anche qualche soddisfazione”.