Almeno per questo campionato non saremo costretti a tornare al Palatrento, che sembra più un carcere se lo si guarda dalla sua struttura grigia esterna. Inaugurato nel lontano 2000 in occasione della prima partita casalinga della Trentino Volley il 20 ottobre (Itas Diatec Trentino – European Padova 3-2). Il primo nome dell’impianto fu PalaGhiaie (dal nome della località del capoluogo trentino in cui sorge), per poi essere trasformato, nel 2005, nell’attuale PalaTrento. Così cita la fonte Wikipedia.
Ma il problema principale almeno per D.A.G. e P.V.K. è la collocazione al suo interno: sono sempre stati messi in un angolo a bordo campo sotto la “curva” trentina, con gli accompagnatori che si devono cercare da sé le sedie per poter stare vicino in particolare alle carrozzine. Per scendere c’è un ascensore situato dalla parte opposta dell’entrata principale.
Tutto questo per denunciare la disavventura capitata in gara uno dei playoff giovedì scorso. L’ascensore si è bloccato e i ragazzi sono rimasti per più di un’ora all’ interno. Nonostante i vari tentativi di spingere sul tasto dell’allarme, questo non hai mai suonato. Se non ci fosse stata una ragazza del gruppo rimasta al di fuori, ad andare in giro a chiedere soccorso, nessuno se ne sarebbe accorto. La polizia presente al palazzo, ha semplicemente detto che non era compito loro e gli addetti allo staff hanno risposto che nessuno aveva dato loro l’autorizzazione ad usarlo. Come se non fossimo mai stati là! Finalmente sono intervenuti prima i vigili del fuoco che hanno tirato fuori un ragazzo down e un altro con problemi deambulatori più relativo accompagnatore. I due ragazzi in carrozzina sono stati costretti ad attendere invece l’intervento del tecnico dell’ascensore. Questi ultimi si sono potuti godere la partita solo dalla metà del secondo set e in alto sopra la curva Gislimberti, ben lontani da poter vedere decentemente la vittoria della loro squadra. Non sono nemmeno intervenuti gli addetti della croce rossa presente al palazzetto per sincerarsi dello stato di salute non solo fisico ma anche mentale dei ragazzi, visto che fra di loro vi era anche appunto una persona down.
Tutti i componenti del direttivo e i volontari di D.A.G. e P.V.K. si augurano di poter tornare a Trento ormai per il prossimo campionato, entrandone sicuri e magari di uscirne… vittoriosi.