Era divertente. Ai tempi della Samp si diceva che il vero allenatore fosse Mancini, o al limite l’accoppiata Vialli-Mancini. Non interessa più granchè… Vuja è stato un grande del calcio, uno degli ultimi allenatori di un calcio geneticamente differente da quello odierno. E prima fu anche un grande giocatore, con la maglia del Vojvodina (Фудбалски клуб Војводина Нови Сад), la squadra di Novi Sad, città gemellata con Modena dal 1974. Ma le strade di Novi Sad e del Vojvodina e di Vujadin Boskov si incrociarono con quelle di Modena e del Modena anche prima del 1974. Era il giorno di Santo Stefano del 1957 e lo Zenit Modena dei fratelli Camangi, petrolieri e raffinatori, ospitò la squadra jugoslava capitanata proprio dal grande Vuja. Finì con un salomonico pareggio.
Ciao Vuja!
Il Tabellino della gara.
Zenit Modena-Vojvodina 2-2 (1-2), Modena, Stadio Alberto Braglia, 26 dicembre 1957
ZENIT MODENA: Brotto (46’ Grandi); Pirola (46’ Del Gratta), Grossi (46’ Aguzzoli); Gandini (69’Govoni), Biancardi, Lugli (46’ Ottani); Bolognesi, Ponzoni (46’ Goldoni), Gaeta (46’ Barbolini), Campagnoli, Scarascia. All.: Campatelli.
VOJVODINA: Krivokuća; Roganovic, Nikodic; Sentin, Boskov, Kristic II; Rajkov, Ivos, Bena (60’ Bulatovic), Veselinovic, Novic (46’ Krstic I). All.: n.d.
Arbitro:.Fornari di Bologna.
Marcatori:
Zenit Modena: Lugli (25’), Barbolini (58’)
Vojvodina: Sena (10’), Ivos (24’)
Note: cielo plumbeo ma temperatura sopportabile, terreno in ottime condizioni. Spettatori: 6.000 ca.. Angoli: 4-4.
L’articolo della Gazzetta di Modena a firma di Mario Morselli, indimenticato cronista canarino.
ECCEZIONALE SANTO STEFANO CALCISTICO ALLO STADIO – Magnifica prova dello Zenit Modena che costringe al pareggio il Vojvodina (2-2) – Le reti dei canarini sono state segnate da Lugli e Barbolini
Dobbiamo essere grati alla direzione dello Zenit Modena per averci offerto un Santo Stefano calcistico degno della miglior tradizione. Il confronto con la squadra jugoslava del Vojvodina, passata vittoriosamente a Napoli e a Roma (e si è visto veramente che si tratta di una squadra ricca di tecnica e di giocatori preparatissimi), ci ha offerto quello che dalla squadra modenese ci attendevamo: una prova di alta generosità, una prestazione veramente soddisfacente della quale bisogna dare atto ai canarini, non senza avere valutato in tutta la sua misura la tecnica di alto lignaggio presentataci dagli jugoslavi, i quali, a un, certo punto, si erano messi a fare della vera accademia, con passaggi al volo, con tocchi di precisione, rinvii di prima, scarti, e una girandola, con spostamenti di gioco tali da fare veramente abbassare bandiera a qualunque squadra di Serie A. Ci siamo perfettamente giustificati lo smacco del Napoli e abbiamo potuto avere l’indice di valore di una scuola che non tradisce certamente le sue origini di buona memoria. Riconoscendo agli ospiti questi pregi, si può giudicare in tutto il suo significato la prova di uno Zenit Modena che ha opposto una condotta autorevole, massiccia, una decisione inflessibile. Il costrutto del nostro gioco, di fronte alla spesso irresistibile ondata degli jugoslavi, ha dovuto forzatamente frastagliarsi, frammentarsi in tanti episodi, nei quali hanno avuto campo di emergere, di volta in volta, tutti gli uomini schierati da Campatelli. Il pubblico è uscito dallo Stadio veramente appagato, perché ha visto sì lo spettacolo del Vojvodina, ma si è accertato che quelle doti che lo Zenit Modena ha, per aspirare alla meta massima, esistono. Allorché tutti i giocatori avranno raggiunto il meglio delle loro condizioni, avremo senz’altro la squadra che tutti si attendono. Comunque, è già significativo mettere in relazione la prestazione di ieri con la prossima difficile partita contro il Lecco, ospite di turno, domenica prossima allo Stadio.
Dire degli ospiti non è difficile: il quadrilatero è uno strumento fortissimo, diremmo determinante; il volume di gioco scaturito dal quartetto Ivos, Vessele, Sentin e Kristic II è stato qualche cosa di portentoso; ma il centro-mediano Boskov, colpitore e distributore in linea e in profondità, ha fatto sorprendere. All’attacco una manovra di continui spostamenti e di finte. I lanci alle ali, con sventole al volo; i tiri conclusivi quasi tutti centrati, il palleggio sicuro, sono tutti elementi che non facilmente si vedono anche sui campi della Serie A.
Lo Zenit Modena, che ha sostituito parecchi giocatori (tutti titolari) nel secondo tempo, ha subito cercato di controbattere, con gioco di intercettamento, l’offensiva dei bianchi jugoslavi. La nostra difesa doveva subire un peso notevole in questo periodo, durante il quale gli ospiti premevano insistentemente con una manovra demolitrice (cercando di far correre a vuoto gli avversari). La rete modenese crollava al 10°, su un’azione manovrata da Ivos, con Sena esecutore mirabile del tiro finale, sul quale Brotto nulla poteva. Al 12°, lo Zenit Modena si faceva minaccioso in area avversaria e, su azione di Gaeta-Bolognesi, quest’ultimo per poco non coglieva il pareggio. Al 24°, gli jugoslavi raddoppiavano la dose: paesaggio di Bena a Ivos, tiro da 25 metri piazzato; Brotto tentava la parata, ma la palla si insaccava nettamente sotto la traversa.
La difesa modenese, con Pirola e Grossi, si ergeva con maggior consistenza di fronte alla minaccia di fronte alla minaccia di un rovescio. Biancardi si impegna al massimo, mentre Lugli (uno dei migliori dei nostri) cercava di dare consistenza al gioco d’attacco, ben coadiuvato da Ponzoni; un po’ in ritardo Gandini, mentre Campagnoli e Bolognesi, cercavano di distaccarsi dalla stretta marcatura degli avversari. Scarascia, in verità, non troppo servito, si sforzava di farsi luce. Un po’ disordinata questa azione dell’attacco canarino contro la precisa difesa degli jugoslavi, dotati di un gran senso della posizione e piazzati sugli avversari.
Ma ecco la rete modenese che veniva ad avvisare come la partita fosse ancora apertissima a tutte le possibilità e promettesse ottimi e interessanti sviluppi.
Su calcio d’angolo, al 25°, la perfetta esecuzione di Bolognesi faceva spiovere il pallone in area, sotto porta; Lugli si era portato a pochi passi dal portiere e veniva inutilmente caricato da Nikodic, prevenendo con un anticipo formidabile l’uscita di Krivonsca, di testa, il capitano metteva a segno fra il tripudio dei seimila spettatori che gremivano lo stadio. Nel secondo tempo, come abbiamo detto, Campatelli, molto accortamente disponeva alcune sostituzioni: entravano Grandi, Del Gratta, Aguzzoli, Ottani, Goldoni e Barbolini; a metà sostituiva Gandini con Govoni. Il gioco dei modenesi, anche per l’accusare visibile dello sforzo sostenuto dagli ospiti, con l’indiavolato ritmo tenuto nel primo tempo, lo Zenit Modena poteva raggiungere il pareggio. Ed era Barbolini, subito distintosi tra i migliori, a siglare con la sua firma questa prodezza. Lancio di Gandini; Barbolini, in piena azione, puntava a rete, dopo essersi liberato di Sentin e di Roganovich, batteva uno spettacolo tiro Krivonsca.
Punti sull’orgoglio, gli jugoslavi, cui premeva rientrare in patria a piene vittorie nella loro tournée natalizia in Italia, sfoggiavano un gioco stupendo che soltanto lo spirito di bandiera, l’abnegazione, lo sforzo massimo prodotto dai nostri, poteva contenere. Si assisteva alla parte più bella di questo pur eccezionale confronto.
La Zenit Modena, arretrava le due mezze-ali e si assestava in difesa, cercando dì sorprendere in contropiede gli ospiti.
La salda impostazione della nostra squadra appariva in tutta la sua estensione. Il pubblico si entusiasmava e sosteneva con calorosi incitamenti i giallo-blu.
Nella stretta finale, quando ormai gli jugoslavi tentavano il tutto per tutto, ecco allora ergersi il portiere Grandi, che, con quattro prodezze, salvava la propria rete. Era una prova dei meriti di questo modesto giocatore che voleva dare la dimostrazione delle sue doti. Tiro violentissimo di Bulatovich, entrato a sostituire l’ala destra Raskov; la palla era nettamente indirizzata in rete, ma Grandi, sgambettando, riusciva a respingere; riprendeva Sentin e Grandi si buttava in un tuffo spettacoloso; ancora lancio di Vessele e volo ad angelo di Grandi; colpo di testa di Ivos da breve distanza: sembrava uno scatolino già fatto, ma ecco che Grandi parava ancora. Magnifico! Finale bruciante, il pubblico urlava, la Vojvodina era lanciata in un drammatico serrate finale nel quale primeggiava ancora il suo stupendo gioco di manovra; ma i nostri dicevano di no e la partita si chiudeva fra le ovazioni del pubblico con un meritatissimo pareggio.
Bellissima partita, goduta dal pubblico, apprezzata dai tecnici presenti, fra i quali autorevoli nostri colleghi, e vissuta nel giro di novanta minuti elettrizzanti.
Presenti in tribuna, col presidente dello Zenit Modena, comm. Alessandro Bonaccini, i vice-presidenti, comm. Mario Camangi e cav. uff. Giordano Blondi ed altre personalità sportive.
ZENIT MODENA: Brotto (Grandi); Pirola (Del Gratta), Grossi (Aguzzoli); Gandini (Govoni), Biancardi, Lugli (Ottani); Bolognesi, Ponzoni (Goldoni), Gaeta (Barbolini), Campagnoli e Scarascia.
VOJVODINA: Krivonsca; Roganovich, Nikodic; Sentin, Boskov, Kristin II; Raskov, Ivos, Bena, Vessele, Novic (Kristic I).
Arbitro:.Fornari di Bologna.
MARIO MORSELLI