Nella foto Lebron James ridefinisce il concetto di volare
di Alessandro Bosi
La stagione regolare NBA è volta al termine e da un paio di settimane è iniziata quella meravigliosa giostra che sono i Playoffs, che nonostante il breve tempo sono già riusciti a regalarci una valanga di emozioni. Con leggero ritardo vi proponiamo una rapida panoramica di ciò che è successo in questi primi quindici giorni di follia.
Ai meno avvezzi al basket d’oltreoceano basti sapere che la National Basketball Association è composta da 30 squadre, divise in due conference, di cui dopo 82 partite di regular season (avete capito bene, 82 partite!!) le migliori 16 vanno a riempire il tabellone dei Playoffs divise nelle due conference.
Le serie si giocano al meglio delle sette partite e chi vince passa al turno successivo, il tutto fino alle mitiche Finals!
In questa prima parte ci occuperemo della Eastern conference.
Il tabellone di quest’anno:
EST:
INDIANA PACERS (1) – ATLANTA HAWKS (8) 2-3
Una serie “sulla carta” già scritta si sta rivelando molto più combattuta del previsto, perché si sa, nello sport bisogna andare sul campo e vincere e i “nomi” contano poco. Come per tutti gli sport che prevedono la formula del Playoff, inoltre, l’accoppiamento diretto conta molto di più che il valore “totale” e gli Hawks sono una squadra che per caratteristiche è molto adatta a mettere in difficoltà i Pacers grazie ad un uso esagerato del tiro da tre e a giocatori molto dinamici e versatili. Dall’altra parte Indiana, che già da un mese abbondante stava attraversando un periodo di difficoltà, la sta mettendo sul fisico con risultanti alquanto altalenanti. In fin dei conti, però, i problemi della squadra dell’Indiana sono soprattutto mentali e le pessime prestazioni di uno dei suoi giocatori più rappresentativi, Roy Hibbert, di certo non aiutano la situazione. Se Atlanta riuscisse ad aggiudicarsi anche la prossima sfida, avremmo assistito a un upset (vittoria della serie della squadra con piazzamento peggiore) quasi storico.
MIAMI HEAT (2) – CHARLOTTE BOBCATS (7) 4-0
Una serie “sulla carta” già scritta……. che ha mantenuto le attese. Semplicemente troppo forte la banda di Lebron James per una Charlotte, che a metà della prima partita ha visto infortunarsi il suo miglior giocatore, Al Jefferson, stroncandone così le poche velleità rimaste. Quello che ci rimarrà di questa serie allora, è una schiacciata del predetto Lebron che mentre era in aria (non provateci a casa) si è concesso il lusso di fissare con uno sguardo alquanto provocatorio sua maestà Michael Jordan, ora propietario dei Bobcats. Per fortuna sua e dei Miami Heat, però, MJ ha smesso i pantaloncini e la serie ha preso abbastanza tranquillamente la strada della Florida. Onore ai Bobcats, che nonostante il risultato hanno reso la serie più equilibrata di quanto si potesse prevedere.
TORONTO RAPTORS (3) – BROOKLYN NETS (6) 2-2
La serie, a mani basse, più combattuta a Est. Due squadre totalmente antitetiche; i giovani Toronto Raptors da una parte, squadra farcita di giocatori alla prima esperienza a livello di Playoffs e gli esperti Brooklyn Nets dall’altra, i cui giocatori simbolo hanno da tempo superato la trentina e che per l’ultima volta provano la corsa all’oro. Tutte le partite finora, sono state estremamente tirate e avvincenti anche se non propriamente spettacolari da un punto di vista estetico. Se i canadesi possono aver pagato l’inesperienza a questi livelli, la squadra newyorkese sta probabilmente gestendo le energie pensando a più lungo termine, scelta che non sta pagando eccellenti dividendi. Ci attendono le partite decisive e le due vittorie esterne su quattro partite dimostrano che il fattore campo potrebbe non essere decisivo. Quindi mettiamoci comodi e godiamoci quella che sarà una delle più spettacolari battaglie di questo primo round!
CHICAGO BULLS (4) – WASHINGTON WIZARDS (5) 1-4
Un vecchio adagio dello sport recita “ il duro lavoro batte il talento, quando il talento non lavoro duro” Ecco…… questa volta non è successo. L’enorme differenza qualitativa tra le due squadre, si è fatta sentire fin dalla prima partita e gli Wizards, trascinati da un Nenè e un John Wall formato extralusso, sono riusciti ad espugnare il fortino di Chicago per ben tre volte nelle altrettante visite, assicurandosi un tranquillo accesso al secondo turno. A ben poco sono, infatti, serviti gli sforzi di coach Thibodeau e di Joakim Noah, recentemente nominato DPOY (Difensore dell’Anno) che non sono riusciti ad arginare una Washington più giovane, atletica e talentuosa. La stagione di Chicago si chiude col grosso punto interrogativo di cosa sarebbe potuto succedere se il suo miglior giocatore, Derrick Rose, non si fosse infortunato a inizio stagione. Meriti a Washington, che alla sua prima apparizione alla post-season dopo sei lunghi anni, riesce a passare il primo turno e candidarsi come possibile mina vagante in questa pazza Eastern Conference