Piango, perchè piangere aiuta a buttar fuori il dolore, a scaricarti. Dieci minuti fa Stefanino Stefano Ferrari mi ha telefonato, non la solita battuta, aveva la voce strana, “Sa ghe Ste?”….”E’ morto Almer, Almer Berselli“. E allora capisci, di nuovo, come spesso accade, che tutto quello per cui ci arrabbiamo ogni giorno vale poco, che dovremmo prenderla diversamente. Almer, cavolo, Almer, no… Lo avevo conosciuto 4 anni fa, per tanti era il rugby a Modena da decenni, per me un presidente che la passione l’aveva dentro, uno che la notte non dormiva pensando a un’apertura da acquistare, a un tubo che perdeva al campo, a un amico che era in difficoltà e che non trovava squadra. Aveva 67 anni Almer Berselli. Sono stato con Stefano per due anni al suo fianco, mi sono innamorato del rugby, di uno sport che nemmeno conoscevo. Era uno tosto Almer, uno che le cose le voleva a modo suo e che le diceva in faccia, tante volte ci siamo scontrati e occhi come mi manca e come mi mancherà domani quel suo “Non prenderla come una cosa personale Paolo”….mi ha insegnato cosa vuol dire vivere per uno sport, con lui, Nas Mariomonsagrati, Luciano Gigliotti, con tutti i ragazzi…ci si sentiva davvero in famiglia. Che ridere quella volta che su, in ritiro a Farneta, a costretto me e Ste al gioco del “chi beve più veloce”, con risultato di una balla atomica per i due giornalisti che erano stati presi e coccolati dalla famiglia del rugby. Ecco, io Almer lo voglio ricordare così, con quel sorriso che arrivava quando aveva la faccia seria e il broncio, con le labbra che si aprivano e si socchiudevano quando parlavamo con Jonah Lomu o con Mirco Bergamasco, dopo che l’Italia del rugby ha fatto impazzire Modena anche grazie a Lui. Ciao Almer, ti ho voluto bene, te ne vorrò…..Non prenderla come una cosa personale…. “I vecchi giocatori non muoiono mai, al massimo passano la palla”.
Questo il comunicato del Donelli Modena Rugby:
Almer Berselli, 67 anni, è stato colto da malore ieri sera. Lascia il figlio Simone, la nuora Giulia e i due adorati nipotini, Umberto e Carlotta, quest’ultima nata da pochi mesi. A stringersi intorno alla famiglia tutto il Modena Rugby, a partire dal vicepresidente Luciano Gigliotti e dal presidente onorario Luciano Zanetti. La vita di Almer Berselli è stata indissolubilmente legata al mondo della palla ovale: giocatore del Modena Rugby a partire dai primi anni ’60, arbitro, allenatore nella seconda metà degli anni ’80 dell’ A.S. Modena Rugby, società di cui prima è stato consigliere e di cui poi ha acquisito i diritti sportivi nel 2002, diventando presidente della nuova società, l’attuale Modena Rugby Club. A salutarlo tutto lo staff e i giocatori delle due squadre del Modena Rugby Club, quella che milita in Serie C e quella che ha da pochi giorni festeggiato la salvezza in Serie B, squadra di ragazzi quasi tutti modenesi e frutto del vivaio, uno dei grandi punti di orgoglio del presidente, uomo di grande generosità e nobiltà d’animo, non immune dai difetti che ci rendono umani, dentro come fuori dal campo. Mai come in questo caso vale un adagio molto popolare tra i rugbisti: “I vecchi giocatori non muoiono mai, al massimo passano la palla”. La data del funerale di Almer Berselli non è ancora stata resa nota.