Intervista esclusiva all’ex canarino Andrea Fabbrini, uno dei principali artefici e protagonisti del Modena nella stagione 2001-2002 (35 presenze e 16 reti), anno in cui il gruppo modenese, guidato da Gianni De Biasi, è andato in serie A. La squadra di Novellino è in piena zona playoff, per cui abbiamo voluto approfittare per fare un paragone tra la stagione 2001-2002 e quella di quest’anno.
È stato l’eroe dell’ultima promozione in Serie A dei gialloblù, vede qualche analogia con la squadra attuale e con la cavalcata verso i playoff che sta portando a termine?
Vedo un po’ di analogie con quel gruppo davvero unico: quella più importante è che non ci sono tanti nomi di spicco, ma un gruppo unito in cui tutti remano dalla stessa parte. E questo è fondamentale. È una squadra operaia con poche prime donne.
Sono passati diversi anni dall’ ultima promozione, c’è un episodio particolarmente significativo di quella stagione che ora può raccontare?
Ci sono tanti piccoli episodi, ma sicuramente il più importante è stato purtroppo l’improvvisa scomparsa dell’allora presidente Luigi Montagnani (a cui oggi è intitolata la curva dei sostenitori gialloblu, ndr). Accadde proprio durante il ritiro estivo e da quel momento ci fu un affiatamento ancora maggiore.
Qual era il segreto o la caratteristica principale del Modena in cui ha militato?
Lavoravamo tutti l’uno per l’altro e ci aiutavamo tutti reciprocamente. La nostra era una situazione particolare, perché dieci undicesimi non avevano mai giocato in B prima di allora, però grazie a questa unità di intenti siamo riusciti a creare quel gruppo formidabile con cui siamo arrivati fino in Serie A.
Qualora dovesse raggiungere la tanto sospirata promozione in A, quali consigli si sente di dare per garantire continuità al progetto e cercare di militare stabilmente nella massima serie?
Sicuramente si dovrebbe mantenere l’ossatura della squadra, e su quella base inserire i giocatori giusti. L’importante è che siano giocatori che pensino più al gruppo che a sé stessi. Va preservata in tutti i modi la chimica che si è creata.
Credo che mister Novellino meriti la riconferma, ha già allenato in Serie A e conosce la difficoltà, e ovviamente gran parte dei meriti di questi ottimi risultati è anche sua.
Le farebbe piacere qualora dovesse arrivare una chiamata da Viale Monte Kosica per un incarico dirigenziale che le permetterebbe di tornare così nel mondo gialloblu?
Assolutamente sì, quegli anni formidabili a Modena mi hanno fatto legare in maniera fortissima con la città. Quindi non potrei essere altro che felice qualora dovessi farci ritorno.