Questa settimana, gli appassionati di rugby si sentono un po’ come gli atei durante il Natale.
Subiscono la parte festaiola; in alcuni casi anche volentieri, niente da dire. Ma senza il patema d’animo per un’eventuale eliminazione prima dei quarti di finale. Non è così male.
In verità, il calcio si guarda poi anche volentieri.. ogni tanto.
Tranne i primi cinque minuti, nei quali il rugbysta si domanda come mai non ci sia neanche un placcaggio, o un groviglio di corpi; ma poi ci si fa l’abitudine.
E’ ora di dismettere questa aura di finta superiorità del rugby nei confronti del calcio.
Adesso: lasciate stare tutti i video che girano del genere testosteronico. Tipo: “RUGBY IS FOR REAL MEN”, nei quali si vedono i calciatori che simulano falli inesistenti, si pettinano ciuffi inverosimili, discutono per svariati minuti in mezzo al campo come se fossero già al Bar Sport.
A memoria, anche il rugby ha avuto i suoi bravi simulatori: nel 2009, in occasione dell’ultimo quarto di finale di Heineken Cup contro Leinster, l’ala degli Harlequins Tom Williams ha inscenato una ferita per poter essere sostituito da Nick Evans (il quale avrebbe dovuto realizzare il drop della vittoria, andata invece agli irlandesi: perché poi il drop Evans l’ha sbagliato di brutto). Ma ciò che rimarrà nella memoria collettiva è quella bocca da cui cola sangue finto, per aver rotto tra i denti un’apposita fialetta: uscendo dal campo, Williams ha addirittura strizzato l’occhio a Evans. Insomma: veramente una gran figura di merda!
Ma anche una gatta da pelare per tutte le anime belle che vanno pomposamente a gonfiarsi il petto di onore, e rispetto, e lealtà. Soprattutto rispetto ai calciatori.
Che poi, i calciatori non sono tutti così orribili come si vorrebbe far credere. Anzi, alcuni calciatori molto ben pettinati sono anche simpatici!
Ricordo un cortometraggio (pubblicitario) abilmente congegnato, in cui due grandi calciatori (uno di rugby, Jonny Wilkinson, e uno proprio di calcio, David Beckham) si scambiavano consigli e impressioni per le rispettive pedate.
Beckham osservava la palla bislunga come le scimmie di 2001 Odissea nello Spazio osservavano il monolite. Però è riuscito comunque a piazzare un onorevole calcio dai 22 tra i pali, oltre la traversa. Ma il bello è stato Wilkinson che ha provato a tirare una punizione sul 7: al primo tiro, ha abbattuto un giocatore della barriera, che non è più stato in grado di usare autonomamente gli arti superiori. Al secondo tiro, ha tirato sul 7. Al terzo tiro, ha tirato sul 7 con l’effetto. Poi ha smesso, perché se no tenevano Wilkinson al posto di Beckham.
Different games, different balls.
Però la differenza, a volte, è anche un’occasione di riscatto.
E’ una vita che l’Italrugby prende delle batoste terrificanti dagli All Blacks.
Ma quella volta gli italiani hanno avuto l’idea geniale.
8 settembre 2007. Partita d’apertura dei Mondiali di Rugby: gli azzurri incassano un sonoro 76-14. E sai che novità!
Ma alla fine della partita, come rivincita, sfidano gli immensi neozelandesi ad una partita di calcio.
Non ci è dato di sapere il risultato finale esatto della partita con la palla rotonda, dopo quella con la palla ovale: pare proprio che però, almeno con il calcio, gli italiani abbiano tenuto alto il morale, se non proprio un livello tecnico eccelso.
Che sia di buon auspicio per questo rutilante carnevale mondiale che va ad incominciare (e poi, comunque, ci sono anche le partite dei Test Match internazionali, per il rugby: caccia via!..).
Perché c’è sempre una maglia azzurra, indipendentemente dalla forma del pallone.
Beh… quasi.