Dopo la buona prima uscita per la nazionale italiana, nella notte tra Giovedì e Venerdì ci attende la seconda sfida mondiale, contro la Costa Rica di Jorge Luis Pinto. Se vi dicessi che ho guardato tutte le partite di qualificazione ai mondiali della Costa Rica vi farei un grosso torto, ma per scrivere dei sudamericani, ho fatto i compiti a casa recuperando un paio di amichevoli pre-Brasile e soprattutto avvalendomi della prima sfida contro l’Uruguay. Andiamo dunque ad analzzarli.
LA SQUADRA:
La rosa costaricense, in mezzo ad un mare di perfetti sconsciuti al grande pubblico (di cui faccio parte), vede i suoi punti di forza in Bryan Ruiz, talentuoso esterno ex Fulham e attualmente in forza al PSV e in Joel Campbell, attaccante scuola Arsenal che proprio grazie al mondiale vuole ritrovare un posto tra i Gunners dopo anni di prestiti in giro per l’Europa. Nonostante una rosa di giocatori non celeberrimi, la Costa Rica vanta un’insospettabilmente alta qualità media come testimoniato dal fatto che degli undici giocatori che verosimilmente scenderanno in campo con l’Italia, sette attualmente militano in campionati europei . La squadra di Pinto si dispone con un 4-5-1 molto dinamico, che, come vedremo in seguito, cambia facilmente forma durante l’azione. Tra i pali gioca Navas, portiere del Levante con il quale ha giocato una grande stagione, che rappresenta uno dei punti fermi della squadra. La linea difensiva vede, da sinistra verso destra, Junior Diaz, Miller, Umana (occhio alle sue incornate), Gonzalez e Gamboa. Il centrocampo a quattro si dispone con Tejeda e Borges centrali, Bolanos sulla sinistra e il predetto Ruiz sulla destra. Davanti a tutti, soprattutto a causa dell’assenza del bomber Saborìo, gioca Joel Campbell.
I PUNTI DI FORZA:
Come accennato sopra, la Costa Rica deve fare a meno del suo marcatore più prolifico, Alvaro Saborìo, prototipo del numero 9 da area di rigore, freddissimo sotto porta ma egoista come pochi. Giocatore di culto se ce ne è uno. La sua assenza però, malgrado privi la squadra centroamericana del suo principale terminale offensivo, potrebbe rivelarsi funzionale in ottica mondiale. Saborìo è uno di quei giocatori che (utilizzando un’espressione che detesto) costringe la squadra a “giocare per lui”; in un mondiale in cui il livello medio è decisamente più alto di quello abituale, è difficile per una squadra come la sele potersi permettere un giocatore che non partecipa al gioco, soprattutto se consideriamo il fatto che contro gli azzurri dovranno fare una partita di rimessa. La presenza di Joel Campbell come giocatore più avanzato li rende ufficialmente una squadra da contropiede puro. In fase di non possesso dobbiamo affrontare una squadra molto bassa nella propria metà campo, con le linee strette e compatte sotto la linea della palla. Campbell è svincolato da compiti di copertura (anche se contro l’Italia potrebbe occuparsi di De Rossi) soprattutto per permettergli di restare alto e non affaticarlo eccessivamente. Come accennato in precedenza, il modulo è estremamente versatile; in fase di possesso i due esterni di centrocampo si alzano e creano lo spazio per la sovrapposizione costante dei due esterni difensivi rendendo lo schieramento un 3-4-2-1 tendente al 3-4-3. Una volta recuperata palla, cercano il contropiede puro che può anche consistere in un semplice lancio lungo alla ricerca della velocità proprio di Campbell. Se la transizione offensiva è impedita, i costaricensi provano a far arrivare la palla sull’esterno, soprattutto a Bryan Ruiz, che grazie alla sovrapposizione del terzino ha l’opzione di cercare il fondo, o tagliare dentro al campo per giocare sul suo prediletto piede mancino. Quando raggiungono il fondo, l’area viene riempita dalla punta, dal taglio dell’esterno opposto ed eventualmente di un centrocampista. Il gol del pareggio contro l’Uruguay è qui a testimoniarlo
http://youtu.be/9gb9V9dklCs?t=1m44s
Se invece Ruiz può andare in mezzo (soluzione preferita), cercherà il tiro in porta o l’imbucata centrale per Campbell.
I PUNTI DEBOLI:
La squadra centramericana, nonostante gli innegabili pregi, non può contare su una diffusa qualità di palleggio e di conseguenza fatica terribilmente a giocare sotto ritmo, caratteristica in cui l’Italia eccelle. Difendendosi così bassi, inoltre, i costaricensi si costringono a dover percorrere tutta la lunghezza del campo per i propri contropiedi e avendo così poca qualità nella fase di uscita, può diventare un problema. La necessità di difendere in questo modo nasce dal fatto che, nonostante i tre centrali, la difesa bianco-rossa non riesce a coprire la profondità alle proprie spalle. Nel video in esempio, si evidenzia proprio questo fatto; il centrocampo è troppo piatto e non pressa neanche il portatore, la difesa non riesce a scappare all’indietro. Il risultato è un gol evitabilissimo.
http://youtu.be/Ox3XXhrFEcQ?t=1m59s
Ultimo fattore, non per importanza, sono le palle aeree. Anche se composta da discreti saltatori (Umana su tutti), la linea difensiva fatica a leggere le situzioni da fermo, cosa che gli è costata il primo gol contro l’Uruguay.
LE CHIAVI PER GLI AZZURRI:
Fondamentale per la squadra italiana, sarà sfruttare la propria capacità di palleggio; l’Italia contro l’Inghilterra è stata molto brava a trovare gli uomini tra le linee (Marchisio e Candreva) limitando i palloni persi e, a mio avviso, se riusciremo a fare lo stesso contro la Costa Rica, partiremo in vantaggio. Il principale fattore però, per la squadra di Prandelli, sarà essere sicuri di imporre il proprio gioco. Se per qualsiasi motivo la partita si trasformerà in una 400 metri, le chance di vittoria azzurra caleranno drasticamente, se riusciremo a imporre il nostro ritmo bailado, a restare alti sul campo e a pressare i loro portatori sulla trequarti avversaria, metteremo un piede e mezzo agli ottavi.