Il mio primo ricordo della Fiumi & Km? Un casale in campagna (forse una dozzina di anni fa), un’aia disseminata di panche e tavoli di legno, tanta allegria a condire una bollente serata pre-estiva. Le reti metalliche dei letti a fare da griglie per le carne, con le braci roventi sulla terra. Le salsicce che sfrigolano sul metallo mentre si parla di calcio, del più, del meno, della stagione passata e di quella che verrà. Rischiarandosi la voce con birra gelata, mentre canti e cori si sprecano e l’ugola va lubrificata.
Sono passati anni da quella prima volta, ma ciò che ha lasciato nel cuore è indelebile. Indelebile per il valore dell’amicizia, per la collaborazione nel lavoro dell’allestimento, del servizio e dello smantellamento del giorno dopo. La condivisione degli stessi colori e dello stesso spirito. Stanchi, bevuti, ma felici ed uniti a smontare la “baracca” e ridarsi appuntamento all’anno successivo.
Anche quest’anno il meraviglioso rito annuale degli Ultras Carpi – che suggella la fine della stagione e rimanda tutti alle chiacchiere da bar del calcio estivo – si è ripetuto, con lo spirito di sempre, il 14 giugno.
Una giornata tra amici, iniziata in mattinata con il torneo tra Gruppi della Curva, giocato sul manto del vecchio e glorioso Cabassi (con tanto di cronaca in altoparlante) e vinto sotto il sole cocente dai giovani e “prestanti” Fighters a scapito degli altrettanto giovani Casual…..onore a loro,come si conviene, ma ricordate bene per il futuro: si fa presto a correre quando si hanno quindici anni di meno della media anagrafica degli altri Gruppi (infatti, il sottoscritto si è ben guardato dal rischiare un probabile infarto……)!!!!
Verso l’ora di pranzo gli ospiti ed amici biancorossi hanno cominciato ad affluire all’ antistadio, accolti da litri di birra e vino freschi e da casse di gnocco fritto e salumi appena usciti dalle cucine, tanto per dare il “benvenuto” al sole martellante con il consueto spirito della tradizione della pianura emiliana. Quella che ti fa sfidare impavidamente il clima intollerabile con un’enogastronomia da far sudare alla sua sola vista. E allora via con il formicaio dello staff, in un instancabile avanti-indietro da e per la cucina/deposito…..e via con le chiacchiere, gli scherzi, gli sberleffi e tutto quanto unisce gli Ultras Carpi, i tifosi ed i cittadini biancorossi….sempre con le perle di sudore sulla fronte ma con il sorriso sincero sulle labbra!!! E ancora, via a disquisire della stagione appena conclusa ed a sognare di quella che verrà.
Nel pomeriggio, poco dopo l’inizio dei concerti dei gruppi rock che accompagnavano il dopopranzo conviviale, le prime nuvole minacciose sull’ antistadio, che ben presto si sono trasformate in pioggia costante ma rinfrescante. Che è stata come una manna dal cielo che cadeva sulle teste bollenti di chi affollava il prato, ma come una punizione divina per il servizio e per chi doveva gestire gli impianti acustici di gruppi e Dj (il mitico Pathos, che solo noi possiamo vantare….) ed il maxischermo installato per la partita della nazionale. Eppure, nonostante la pioggia, da vedere il “pogo” vigoroso al suono delle band, rischiando le ossa dei più audaci, e doveroso fare due chiacchiere con il graditissimo ospite pomeridiano, il grande Federico Lunardon, simbolo del Carpi che giocò la prima, mitica finale play-off per la Serie B. Indimenticato campione, sempre rimasto nel cuore dei tifosi carpigiani come simbolo di onestà, serietà ed impegno. Non a caso, tutti hanno fatto la fila per una foto con lui. Ancora nel cuore dei biancorossi dopo 17 anni, e sempre vi resterà. Grazie campione!!!!!
Graditissima anche la visita del neosindaco Alberto Bellelli (cui va il mio personale “in bocca al lupo”), che ha tenuto per sé la delega allo sport….mi raccomando, sindaco, la faccia valere….per tutti gli sportivi di Carpi!!
E mentre la pioggia cadeva imperterrita verso sera, altrettanto imperterrito il servizio proseguiva tra un fusto esaurito ed una cassa di vivande, tra una salsiccia alla griglia ed un panino imbottito, tra una scivolata sull’erba umida ed una bestemmia per il lavoro aggiuntivo. Il lavoro del trasporto del maxischermo all’interno del Cabassi, sulle cui tribune (alla fine della serata annegata tra l’acqua del piano di sopra e gli alcoolici di quello di sotto) qualche centinaio di persone accorse dalla città ha seguito la partita della nazionale. Con il Tribhune Bar che ha ripiegato sul servizio all’interno dello stadio e gli addetti che si sgolavano ormai senza forze, ammonendo di munirsi preventivamente di tagliando alla cassa per un’altra dose di birra fresca. Il tutto per, poi, esplodere nell’urlo comune alla fine della partita contro l’Inghilterra….urlo di gioia, di condivisione di valori, di liberazione dalla giornata di fatiche e di persecuzione meteo….l’urlo di una città che si è ritrovata ancora una volta, per l’ennesimo anno, sotto le bandiere biancorosse, per una giornata di gioia e spensieratezza….e che l’ha finita unita sotto quelle azzurre…stanca, provata, ma col cuore più leggero….
Ho detto il cuore più leggero….non lo stomaco…..se no, non ci saremmo trovati alla Fiumi (di birra) e Km (di salsiccia).
Dove ci ritroveremo, come sempre, ogni anno passato in biancorosso.