Nella foto modenesi a Parma nel campionato 86 87
Questo articolo apparso nel forum “orgoglio crociato ” nell’aprile 2007 parla del loro punto di vista di come si è rotto il gemellaggio.
Tante inesattezze e dimenticanze ma va bene cosi’…
LA VERA STORIA SULLA ROTTURA DEL GEMELLAGGIO CON I MODENESI.
Il gemellaggio con i modenesi risale al 1978 in occasione di Parma-Spal, campionato di Serie C1 1977-78.
Da questo primo incontro ebbe origine l’appellativo di “bisunti” che tuttora descrive i tifosi canarini.
Si presentarono infatti con capelli lunghi che non davano l’impressione di una corretta e sana igiene personale.
Nel corso degli anni questo gemellaggio non ha mai avuto da parte parmigiana una gran considerazione, c’era, veniva tollerato, in funzione anti-reggiana più che altro, anche perché i cugini negli anni ’80 continuavano a gemellarsi con molte (un po’ troppe) tifoserie in funzione anti-parmigiana (Cremona, Ferrara, Bologna, Pisa, Carrara, ecc…).
Un gemellaggio che non poteva assolutamente essere messo in paragone con quello con gli spezzini, anch’esso sorto in quel periodo, e considerato da subito una vera e propria “fratellanza”, basata su una sincera ammirazione.
Il modenese a Parma è stato sempre considerato come l’ospite dopo tre giorni, con la sola differenza che l’effetto era immediato (collette in curva, imprese inventate e mai provate, riscontri dei fatti contrari alle notizie fornite).
Insomma, quando un modenese ti raccontava qualcosa che era successo, ne scartavi prima un 50%, poi il resto te lo dimenticavi, perché tanto non era vero niente.
In quegli anni per far fronte alla vera e propria valanga di notizie che provenivano dai gemellati di Modena si decise di istituire la figura del “modenologo”, che aveva il compito di verificare l’importanza delle notizie da riportare in riunione e soprattutto l’attendibilità delle stesse.
E’ superfluo soffermarsi sulle risate che esplodevano nel bar dopo i primi commenti a certe informazioni.
Oltre che in curva i rapporti con i modenesi (per loro iniziativa e non perché invitati) avvenivano saltuariamente anche alle riunioni dei Boys che si tenevano al venerdì sera presso il Bar Polisportivo, prima sede del gruppo, di fianco allo stadio.
Non è mai capitato, invece, che qualcuno del direttivo dei Boys si presentasse a Modena per partecipare a incontri con le Brigate Gialloblù, fino al giorno fatidico della rottura del gemellaggio.
A Reggiana-Parma, campionato di serie C1 1983-84, un grande numero di tifosi crociati si presentò al Mirabello.
Con loro anche una trentina di modenesi, tra i quali l’allora giovane futuro capo delle Brigate, T***.
Si verificarono degli incidenti nel settore distinti, i reggiani partirono dalla loro curva e contro si scagliarono subito parmigiani e modenesi.
Dopo un contatto iniziale i reggiani scapparono verso il loro settore e, seguendo una tattica già sperimentata altre volte dai cugini, attirarono verso di loro gli avversari, portandoli in una zona dove i reggiani erano più forti numericamente.
I parmigiani se ne accorsero per tempo, anche molti modenesi se ne accorsero per tempo, ma non tutti.
Infatti, uno solo ci finì in mezzo e rimediò la rottura del setto nasale.
Nel settore ospite si aprì subito una forte discussione, i modenesi accusavano i parmigiani di essere scappati, i parmigiani ribattevano che lo scontro era terminato e che quindi si doveva rientrare nelle proprie posizioni e che anche i modenesi stessi erano rientrati, tranne uno che non si era accorto di essere da solo senza parmigiani e senza modenesi ad affrontare i reggiani nella loro tana.
Questa fu la causa scatenante per mettere in discussione il gemellaggio.
In realtà questa alleanza reggeva solo per contrastare i reggiani, non vi era nessuna fiducia tra Boys e Brigate, sia da una parte che dall’altra.
E comunque i modenesi continuarono a venire al Polisportivo per parlare di questo episodio e per comunicare che molti a Modena non volevano più sapere di gemellaggio (notizie già conosciute tramite il nostro modenologo).
Gli venne risposto che se le cose dovevano essere così, così sarebbero state, se volevano rompere il gemellaggio non sarebbe stato un problema.
L’ultima volta al Polisportivo dei modenesi fu per invitare i parmigiani a Modena alla loro riunione.
I parmigiani partirono in tre alla volta di Modena e giunti in San Biagio, ritrovo delle Brigate, ascoltarono le ragioni, o meglio gli sragionamenti, dei presenti.
Tutti erano per la rottura del gemellaggio a parte T***, che tra l’altro era anche cugino dell’ultras modenese colpito a Reggio Emilia.
T*** fu l’unico a non contestare le tesi dei parmigiani, ma non poteva mettersi contro il suo gruppo.
Deciso per la rottura i parmigiani si congedarono e si avviarono verso la propria macchina, ma con una scusa alcuni modenesi fermarono uno di loro e isolato gli fu rubato il giubbotto.
Con questo bel gesto da infami si chiusero i rapporti “amichevoli” tra modenesi e parmigiani.
Al successivo incontro tra Parma e Modena nel 1986 i Boys accolsero i canarini con uno striscione di ringraziamento per la rottura del gemellaggio “GRAZIE BISUNTI – E’ TANTO CHE LO ASPETTAVAMO”.
Venendo ai giorni nostri si nota come i modenesi non siano cambiati con il passare degli anni, la tentazione di raccontare ciò che non è successo o di allargare con la fantasia anche il più piccolo avvenimento li travolge a tal punto che la figura del “modenologo” è oggi più attuale che mai, e con l’avvento di internet una vera e propria necessità, sia per gli attuali gemellati dei canarini che per gli avversari.