Sono stati sei mesi estremamente impegnativi quelli dell’infermeria neroverde; a partire dalla frattura alla Tibia occorsa a Pegolo nel pre-stagione, passando per la rottura del legamento crociato di Emanuele Terrnova, fino ad arrivare agli incidenti avvenuti lunedì ai danni di Cannavaro ed Antei, la lista infortunati del Sassuolo è sempre e tristemente riuscita ad allungarsi. Da quanto emerso dai test effettuati dopo il rientro dalla trasferta di Napoli, Paolo Cannavaro avrebbe riportato una distrazione ai flessori della coscia destra, mentre per quanto riguarda Antei il bollettino parla di trauma distorsivo al ginocchio destro, due infortuni che priveranno Di Francesco dei due difensori almeno per qualche settimana, anche se i tempi di recupero non sono ancora stati comunicati. Gli stop di Napoli potrebbero rivelarsi come due tegole quantomai inopportune, specialmente per un reparto già martoriato dagli infortuni occorsi al sopracitato Terranova, ma anche ai terzini Vrsaljko, Peluso e Longhi, tutti indisponibili nell’ultima gara di campionato. E non si può certo dare la colpa a una sbagliata preparazione da parte dello staff di lavoro atletico neroverde per questa lunga lista di acciacchi, visto e considerato la natura prevalentemente traumatica degli episodi accorsi ai difensori sassolesi in questi ultimi mesi. Attualmente il reparto arretrato conta soli tre uomini arruolabili per la sfida di domenica, che vedrà il Sassuolo impegnato al Mapei Stadium contro la Lazio di Pioli; Gazzola, Bianco e Acerbi. A cui potrebbero aggiungersi Peluso e Vrsaljko (o almeno uno dei due) in caso di recupero in extremis per i due terzini che attualmente stanno svolgendo lavoro differenziato. La situazione è complicata, ora toccherà alla sagacia tattica di Eusebio Di Francesco riuscire a mettere insieme un reparto arretrato di livello.
Sassuolo, difesa tartassata dagli infortuni
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