foto da modenafc.net
“Sono abituato a questi spareggi, nei ragazzi vedo la giusta ferocia, me lo sento: ci salviamo NOI!”. La classica frase che speravo di non leggere; la classica frase di un allenatore che VUOLE restare, ad ogni costo, in Serie B. Sono queste le parole del tecnico dell’Entella, Alfredo Aglietti, prima della doppia sfida coi canarini per evitare la retrocessione.
Avete capito bene: “RETROCESSIONE”.
Quella che nessun tifoso del Modena si sarebbe mai aspettato di poter vivere ad inizio stagione, ancora di più dopo quella fantastica cavalcata conclusasi ad un passo dalla massima serie al Manuzzi di Cesena.
E invece la realtà dice proprio questo. Dice che il Modena si andrà a giocare la permanenza in cadetteria, e forse anche l’esistenza nei professionisti, contro i biancoazzurri di Chiavari. Due partite per salvare una stagione, nata male e cresciuta nel peggiore dei modi; con giocatori, tecnici e dirigenti non all’altezza di gestire i momenti di difficoltà; ma soprattutto incapaci di ragionare come collettivo.
Eppure, nonostante tutto, Melotti conferma “che il gruppo è unito, e la squadra è pronta per la trasferta ligure”; non al completo però; perché mancheranno gli squalificati Salifu e Schiavone, che fanno rimpiangere, ancora una volta, il mancato arrivo di un centrocampista d’esperienza nel mercato invernale.
Scelte obbligate in mezzo e davanti dunque; visto che le alternative al “tridente salvezza” (Ferrari, Acosty, Beltrame e compagnia bella) non danno alcun tipo di garanzia.
Tanta paura di non uscirne vivi, ma anche discreto ottimismo di potercela fare. Perché le ultime due partite, comunque vada, basterebbe non perderle; e quel vantaggio di giocarsi il playout da quintultimi è un fortuna da non sottovalutare.
E che non si racconti al tifoso che l’attaccamento alla maglia si dimostra dal numero di lacrime versate. Si può piangere per dispiacere certo; ma si può piangere anche perché NON si è dato tutto.
La Lega Pro è un inferno che la città di Modena non si merita.