Per tanti, troppi anni è stato considerato il giovane che doveva farsi le ossa. Uno sprazzo di gloria sotto la gestione Bergodi, con sei reti in una stagione, ma tanti legni e varie altre marcature annullate, spesso regolari. Poi di nuovo l’anonimato prima dei due squilli di domenica a Brescia. Francesco Stanco vuiole prendersi il Modena, vuole diventare non più il sostituto di Pablo Granoche, ma la sua spalla, quella spalla che già dalla scorsa stagione manca a livello realizzativo. C’è la firma dell’attaccante di Pavullo nel pareggio del Rigamonti, un punto importante per il Modena che stava per gettare al vento l’ennesima occasione stagionale e l’ennesimo match dominato sul piano del gioco, ma compromesso da sterilità ed errori dei singoli in fase offensiva. Ci ha pensato lui a salvare il suo Modena, con un gol di pregevole fattura a conclusione di uno scambio di altissima qualità con Galloppa e un colpo di testa imperioso al centro dell’area. Se è vero che il gol è tutto per un attaccante, ecco che Stanco potrebbe aver gettato le basi per una stagione importante, anche perché segue i sei mesi a Cittadella dove ha eguagliato proprio il record di marcature in un campionato realizzato con Bergodi nella stagione 2011/12.
Tecnica e quantità non sono mai stati messi in discussione, ma il fiuto del gol spesso è mancato ad un giocatore che forse mai ha goduto di stima e fiducia per un periodo sufficiente a far risaltare le sue qualità. A Brescia Stanco ha fornito una prestazione di quantità duellando contro la difesa avversaria e svariando su tutto il fronte, ma anche di qualità con la doppietta, che non è diventata tripletta poiché a tu per tu con Minelli ha sbagliato la più facile delle occasioni, quella capitata pochi attimi dopo la rete del momentaneo 1-1. Domenica arriverà al Braglia il Latina, Granoche dovrà ancora rimanere ai margini per qualche gara e quindi ecco la grande chance per il centravanti cresciuto in gialloblù fin da bambino. Il Modena cerca disperatamente qualcuno che possa garantirgli gol oltre al Diablo, chissà che non l’abbia finalmente trovato.