Nel calcio i soldi hanno preso il sopravvento, i giocatori cambiano maglia da un giorno all’altro e ormai le bandiere non esistono più. I vari Maldini, Zanetti, Totti e Del Piero, sono solo ricordi, ma a Modena però c’è ancora qualcuno che la maglia gialloblu la ama per davvero…
E’ nato a Pavullo e cresciuto a Fiumalbo, sull’appennino modenese, il suo nome è Riccardo Nardini. In carriera ha cambiato diversi club, partendo dal Poggibonsi per poi passare da Prato, Foggia e Catania. Da gennaio a giugno 2006, una breve parentesi in prestito a Modena, vicino a casa, solamente 7 presenze per poi ritornare a Catania. Sembra essere stato solamente di passaggio, la maglia canarina indossata come una delle tante, ma invece non sarà così…
In Sicilia ha poco spazio e viene girato in prestito prima alla Reggina e successivamente all’Avellino, per poi rimanere senza contratto. Nell’estate del 2008, il Modena è in ritiro a Fiumalbo e Riccardo Nardini si allena quindi a due passi da casa, con la squadra di mister Zoratto. Disputa anche un paio di amichevoli, ma non convince la società e dunque sembra proprio che questo matrimonio non s’ha da fare. Si accasa così a pochi kilometri di distanza, in Lega Pro Prima Divisione alla Reggiana.
Dopo due campionati in granata, si trasferisce all’Empoli che al termine della stagione però non gli rinnova il contratto. Nardini allora ritorna verso casa e nell’estate del 2011 va nuovamente in ritiro con il Modena, tra lui e i canarini non può andare male come le volte precedenti, ed infatti riesce finalmente a “strappare” un contratto alla società di Viale Monte Kosica.
Tra il “Nardo” e la tifoseria di Modena è subito amore a prima vista. Sì, perché Riccardo non ha due piedi sopraffini che danno del tu al pallone, ma in campo mette sempre l’anima, getta il cuore oltre l’ostacolo, corsa e grinta non mancano mai e questo è quello che piace al pubblico. E’ il 20 dicembre 2014, una data che il nostro protagonista non scorderà mai: il Modena è sotto di un gol contro il Trapani, il numero 4 gialloblu si trova dentro l’area di rigore e con forza e caparbietà riesce a gonfiare la rete, proprio sotto la Curva Montagnani. Lo stadio esplode in un boato assordante e l’esultanza è un misto di gioia e commozione, sicuramente uno dei giorni più belli della sua carriera.
Purtroppo però, nonostante tutto, dopo tre stagioni qualcosa ancora non va. C’è qualche problema con la società e a gennaio 2015 viene ceduto in prestito all’Ascoli. “Cavallo pazzo”, come è soprannominato dai tifosi gialloblu, tace, non parla perché è un Signore e non vuole creare polemiche, a malincuore toglie il disturbo e va in Lega Pro.
Termina la stagione 2014/2015, l’Ascoli non riesce nella promozione in Serie B e il Modena invece si salva ai playout, riuscendo così a mantenere la categoria. Ma torniamo alla nostra storia, Nardini ritorna in patria agli ordini di mister Crespo, ma i problemi non sono finiti. Il tecnico argentino e la società lo relegano ai margini della rosa, per diverse giornate non viene neppure convocato. L’esterno canarino soffre, sta male per non poter dare il proprio contributo alla squadra, ma si allena sempre con grande intensità e vuole a tutti i costi riconquistare quella maglia gialla, che per lui è come una seconda pelle.
Crespo gli concede una chance e il “Nardo” non se la lascia sfuggire. Riconquista nuovamente il posto e diventa uno dei titolari inamovibili . Nella gara contro il Bari, festeggia le 100 presenze in maglia gialloblu e come se non bastasse, mette a segno anche la rete del vantaggio, battendo Guarna con un tiro dal limite dell’area.
Un calciatore esemplare, che ci ha sempre messo la faccia nei momenti difficili, amato dai tifosi come nessun’altro. Corsa, grinta e amore per la maglia, sono le caratteristiche che gli hanno permesso di farsi volere bene dal pubblico della sua città e di superare ogni difficoltà. Ora Riccardo Nardini ha un altro obiettivo, un altro traguardo che vuole raggiungere e siamo convinti che, contro tutto e tutti, conquisterà anche questo… in fin dei conti vederlo correre e lottare, con la maglia canarina, per altre 100 partite non sarà poi così male.