Non è stata certo ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma solamente perchè quest’ultimo è già stracolmo da tempo. La pesante sconfitta contro la Reggiana, in Coppa Italia, è però l’ennesima ed umiliante situazione che il popolo gialloblu ha dovuto subire.
“Lavorare bene e tanto in settimana per uscire da questa situazione” è la frase che da tempo ripete Pavan, al quale non si possono imputare particolari responsabilità poiché la squadra che gli è stata affidata (da una società ormai totalmente assente) ha evidenti limiti tecnici (oltre ai tanti infortunati dell’ultimo periodo). Certo è che il mister, consapevole ad inizio stagione a cosa sarebbe andato incontro in una società allo sbaraglio e senza progetti, potrebbe essere più oggettivo nelle valutazioni post gara: a Padova, dopo un primo tempo dominato dalla squadra di casa ed un tabellino che recita 11 tiri in porta contro 1 al termine dei novanta minuti, diventa difficile poter affermare che il Modena avrebbe meritato il pareggio. Così come ieri, dove la sconfitta è stata giustificata con il fatto che erano presenti tanti giovani in campo. Se però si va ad analizzare attentamente la formazione iniziale, i calciatori della Berretti schierati dal primo minuto, in realtà, sono solamente tre (Braccioli, Hardy Nana e Serroukh), gli altri otto sono giocatori in pianta stabile con la prima squadra e quindi in grado di affrontare (o almeno così dovrebbe essere) un campionato di Lega Pro.
Niente alibi, giustificazioni e parole inutili, ora i canarini sono attesi da due importanti scontri salvezza (sì, perché il vero obiettivo del Modena è la salvezza e non altro come “sparato” ai quattro venti da qualcuno della società ad inizio stagione…) contro Albinoleffe e Forlì, dove sarebbe bene evitare una caduta libera e soprattutto altre figuracce che Modena davvero non merita…