Il giornalista di “Sky Sport” Marco Nosotti è stato il primo ospite della rubrica “Parlando di Sport con…”. Il noto conduttore e inviato televisivo modenese ha iniziato raccontando dei ricordi che ha della città emiliana, nella quale ha affermato che ancora torna quando ha tempo a disposizione e del suo inizio di carriera in una tv locale: “Di Modena ricordo i venerdì e i sabato sera, le chiamate alla polizia, le lunghe conferenze stampa, i consigli comunali, ma soprattutto quando incontravi la gente e parlavi dei loro problemi. L’informazione locale si basava sulle notizie che la gente era in grado di darti. Era importante mediare la notizia con il tuo pubblico e su questo secondo me si basa il giornalismo. Per quanto riguarda lo sport, insieme a Lorenzo Dallari, c’era una maggiore vocazione per la pallavolo”. Ha poi analizzato le differenze tra la tv locale e quella nazionale: “Il mestiere è sempre quello, ovvero verificare e scrivere mantenendo sempre un discorso legato alla sintesi, cercando di far capire le cose agli altri. È stato bello ritrovarsi in una pay tv come Telepiù, ed è cambiato il modo di rapportarsi con il mondo della produzione perché dietro ad un notiziario o ad un evento ci sono diverse componenti che prima non c’erano, tra cui altre professionalità che ti insegnano a fare il tuo lavoro. C’è una preparazione e una costruzione, dietro a tutto questo, che mi ha veramente affascinato e che mi ha aiutato a crescere”. Si è poi tornati indietro nel tempo e Marco Nosotti ha ricordato le emozioni più belle, a livello sportivo, che ha avuto la fortuna di raccontare dal vivo: “Ce ne sono state diverse, dipende alla disciplina. Nella pallavolo, l’ultimo scudetto quando ero in piedi sul tavolo insieme a Gianni Gherdini. Ricordo la semifinale a Ferrara, nella quale i ragazzi erano stati definiti vecchietti, ma fecero poi una grande finale. Ricordo la finale di pallanuoto nelle Olimpiadi del ’92, le vittorie di alcuni scudetti nel calcio, la finale di Champions League persa dal Milan ad Istanbul e il Mondiale vinto dall’Italia nel 2006”. Si è poi soffermato in particolare su un aneddoto legato alla promozione della Fiorentina nella massima serie: “Ricordo con piacere una promozione in Serie A della Fiorentina dei Della Valle, dopo una vittoria in uno spareggio. Io andai negli spogliatoi a cercare mister Mondonico che però, causa la forte emozione, fu colpito da una sorta di tachicardia da felicità. Allora, cambiai stanza e andai in quella con la piscina, dove una mano mi spinse dentro e nonostante non fosse profonda, ho rischiato di annegare perché avevo le scarpe di cuoio che mi facevano scivolare sul fondo. Venni fuori con il microfono e i vestiti bagnati , mi trovo al mio fianco il sindaco Dominici e Diego Della Valle e, dopo aver scoperto di essere in onda, feci un’intervista che per i fiorentini è rimasta una cosa bella da ricordare. Alla fine ho buttato via i vestiti fuori dallo stadio “Franchi”, andando poi verso la macchina quasi in mutande”. Infine, ha concluso imitando e raccontando Fabio Capello e Arrigo Sacchi: “Capello era molto rigido, ma durante le interviste mi faceva sempre fare la prima domanda. Me l’ero conquistato cercando di rispettare il lavoro e spesso facevo la sua imitazione. Una volta, tornando da una trasferta di Coppa del Milan, passammo una lunga giornata all’aeroporto di Copenaghen perché si ruppe l’aereo. Da uomo di grande cultura e sensibilità, Fabio Capello propose di visitare la città e i vari musei. Era diverso rispetto ad Arrigo Sacchi, il quale aveva la passione dei pittori fiamminghi del seicento e dopo una giornata intensa a casa sua, mi chiese cosa ne pensavo di questi pittori. Buttai il discorso sulla luce e finimmo a parlare, per diverse ore, di Caravaggio, anche se a parlare fu solo lui (ride ndr). Abbiamo avuto la fortuna di frequentarci che ha permesso ad entrambi di arricchirci”.
Parlando di Sport con… Marco Nosotti
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