FONTE: “Gazzetta di Modena”
Accerchiato e sempre più isolato in una città che ha identificato il Modena nella sua immagine, che non riconosce, che vorrebbe rimuovere dall’album dei ricordi di 105 anni di storia e che ha abbandonato al proprio destino. Antonio Caliendo è sempre più solo, circondato da chi sta aspettando il botto del fallimento. Lo attende chi potrebbe metterci le mani sopra, come probabilmente Stefano Bonacini, lo attende chi è interessato a qualche giocatore gialloblù che di fronte a un crack del club potrebbe acquistare a parametro zero, lo attende il Comune che non ne vuole più sapere dell’attuale proprietà o di presunti compratori stranieri non ancora bene identificati, ma che il patron canarino conferma di avere con tanto di contratti, firme e ceralacca. Ma come sempre le strategie comunicative di Caliendo sono una frana: bastava svelare l’identità degli acquirenti per evitare l’ennesimo insopportabile tritacarne. Dei potenziali futuri acquirenti del Modena si conosce solo il numero di targa di un’Audi svizzera che porta a Xavier Laurent Perrier, vice presidente della Latifond Ag, fondo di investimento che ha sede nel cantone di Svitto, e il nome del mediatore, l’ex ambasciatore russo Boris Zenkov, che ha provato a mettersi in contatto con il sindaco Muzzarelli ricevendo in cambio il due di picche: episodio che avrebbe provocato il risentimento del rappresentante del gruppo straniero che si sarebbe aspettato un trattamento da diplomatico e non da Zio Boris, l’ocone dei cartoon.Ma proprio nel momento in cui la mannaia era pronta a staccare il collo del Canarino, ecco spuntare la creatività finanziaria di Caliendo: il Mammut dentro il Modena per garantire un capitale alla Covisoc e rientrare nei parametri per l’iscrizione. Una domanda: perché Caliendo avrebbe pagato tre mensilità di stipendi, versato i soldi per l’iscrizione e garantito alla Lega Pro una fideiussione di 350mila euro, inserendo anche il Mammut nel Modena, per poi fallire e perdere tutto, soldi, capitale giocatori, il proprio circolo e anche la faccia (“la famiglia Caliendo non conosce il fallimento”)? Un mistero. Probabilmente Caliendo ha, nell’accordo coi compratori che dice di avere per certi, l’impegno di dover iscrivere la squadra e liberare il Modena da qualsiasi pendenza consegnandolo pulito. Il primo step quello dell’iscrizione potrebbe non verificarsi subito domani – Caliendo ha, però, ottenuto il placet della Covisoc che ha incontrato venerdì – ma solo il 14 dopo un ricorso che dovrebbe escludere lo spauracchio reale di una possibile penalizzazione. Ma dovrà sborsare anche 500mila euro circa di tasse, importo che non può coprire con lo stratagemma Mammut. Il secondo, quello della cessione, è avvolto da una fitta nebbia nonostante il patron sia deciso ad andarsene e assicurando che tra dieci giorni tornerà a fare il procuratore dopo aver passato la mano al gruppo straniero. Ma qualcosa sembra essersi inceppato, visto l’allungarsi dei tempi. O forse gli “stranieri” stanno solo aspettando e verificando che Caliendo abbia ottemperato a tutti i suoi impegni per svelare il loro misterioso volto. Chi vivrà, vedrà.