Sono ore incerte in casa Modena con i tifosi che attendono di capire se il patron Antonio Caliendo riuscirà ad iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie C e poi farsi da parte (come dichiarato da lui stesso) o se, al contrario, riuscirà nell’impresa di mandare all’aria 105 anni di storia. In questi giorni, per trovare i 650 mila euro necessari per il pagamento dell’Irpef, il patron gialloblu ha avuto contatti con diverse persone e ha tentato di offrire alcuni giocatori, tra cui Chiossi, Brancolini e Popescu, ad altre squadre, senza però raccogliere nulla. Ma se Caliendo non sa realmente dove poter reperire la cifra mancante, perché per sistemare il P/A si è privato della proprietà del “Mammut”, inserendolo nel bilancio del Modena? L’ex procuratore era già al corrente che tale scelta non sarebbe bastata per l’iscrizione al campionato, ma che avrebbe dovuto sistemare anche il pagamento delle tasse, non avvenuto lo scorso 30 giugno. E allora perchè questa mossa? A tal proposito, crediamo che non si tratti di un’altra scelta “scellerata”, che in caso di fallimento della società gialloblu farebbe perdere ad Antonio Caliendo anche il “Mammut”, ma probabilmente il patron dei gialli sapeva già, in caso di ultima spiaggia, dove andare a reperire i fondi necessari per l’iscrizione.
Modena in bilico, ma Caliendo non aveva calcolato di poter perdere il Mammut?
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