di Gian Paolo Maini e Matteo Migliori
Sghedoni e la centralità di Kerakoll nel progetto Modena.
Erano su per giù 10 anni che il popolo gialloblù aspettava Romano Sghedoni alla guida del Modena Fc. Ci sono voluti un fallimento e un anno a braccetto con Amadei, poi il sogno è divenuto realtà: mister Kerakoll ha in mano da giugno la maggioranza della squadra geminiana. L’era dell’impero Romano, quello che da sempre tifa Modena, non l’altro che oggi fa i giochini con la sua Regia, porta da sempre con sé un interrogativo: ma ciò che viene investito è di Sghedoni o di Kerakoll? Siamo davanti alla voglia personale di un imprenditore stra affermato o la volontà è quello di portare il Modena dentro l’orbita, solidissima, di Kerakoll? A nostro parere sono due i fattori che portano a pensare che il Modena non sia affatto uno “sfizio” di Sghedoni Senior. Il primo é che Cesati persona interna a Kerakoll ha preso in mano la gestione societaria con un ruolo a 360 gradi e nel CDA sono stati inseriti manager del colosso fioranese. Il secondo: la massima attenzione ai conti fa capire quanto il Modena FC sia un’azienda che ha un obiettivo chiaro, non campare di “sovvenzioni” del patron, ma su di una programmazione di stampo industriale, che affianca e valorizza Kerakoll, e viceversa. In poche parole chi pensava che Sghedoni avesse preso in mano il Modena come passatempo si sbagliava di grosso. Non sono state e non verranno fatte spese faraoniche, si punta su di un progetto a medio termine, una garanzia assoluta per il pubblico di Modena che dovrà sì rassegnarsi a non vedere una rosa in stile Bari, ma potrà contare su qualcosa di molto più importante: una società in grado di crescere e durare nel tempo. Se in ambito societario le cose sono chiare resta pur vero che nel calcio i conti tornano solo se la palla entra in rete e quindi entra in ballo la sfera tecnica e di mercato.
La necessità di avere un’altra punta importante in rosa.
Il ritiro di Fanano e le due gare ufficiali di Coppa Italia hanno evidenziato i primi pregi e difetti della rosa gialloblu. La cosa più evidente è sicuramente il fatto che manchi un altro attaccante in grado di assicurare numerosi gol, che possa affiancare Ferrario, sostituirlo in caso di necessità o fare l’esterno quando Zironelli giocherà con i tre davanti, uno con le caratteristiche di Sansovini e magari con qualche anno in meno. Il reparto più completo e con maggiore scelta è invece il centrocampo con Pezzella (sontuoso), De Grazia e Davì che hanno ben figurato quando impiegati, senza dimenticare le assenze di giocatori importanti come Rabiu, Duca e Laurenti e a disposizione anche Boscolo Papo, uomo di fiducia del mister. Per quanto riguarda invece l’assetto difensivo qualche lacuna si è vista ma ad onor del vero è anche il reparto sul quale, per volontà propria, Mauro Zironelli ha “lavorato meno”. L’obiettivo è quello di individuare un leader, con Giovanni Zaro che per caratteristiche, età e curriculum ha tutte le carte in regola per poterlo essere, al quale affiancare altri due compagni per completare il reparto. Alla società, i tifosi non chiedono miracoli ma sia il popolo gialloblù che mister Zironelli aspettano un giocatore che possa far fare un ulteriore salto di qualità ai canarini: l’entusiasmo è alto, le aspettative pure, una punta importante garantirebbe i gol necessari per un campionato molto importante, toglierebbe pressione a Ferrario e farebbe impazzire il Braglia. Il popolo gialloblù si scatenerebbe con un ulteriore scatto in avanti degli abbonamenti e magari si potrebbe trovare proprio lì il tesoretto giusto…