In Italia, in particolare le squadre dilettantistiche, sognano una riforma della Coppa Nazionale con squadre di Eccellenza e Promozione (ma non solo) che potrebbero sfidare le big della nostra Serie A. Al momento è solo un sogno, una speranza, ma sarebbe certamente affascinante ed entusiasmante una formula simile a quelle attuata in diverse nazioni estere. In Inghilterra, poche settimane fa, il Marne FC (squadra di ottava divisione, la nostra Seconda Categoria per intenderci) ha ospitato nel suo piccolo stadio il Tottenham. In Spagna, il Real Madrid è stato addirittura eliminato dall’Alcoyano (terza divisione – Serie C), mentre il Cornella ha prima sconfitto l’Atletico Madrid e poi portato ai supplementari il Barcellona.
Ecco allora, a tal proposito, che il Centro Sportivo Lebowski, società Toscana che milita nel campionato di Promozione, ha lanciato la proposta di una riforma della Coppa Italia, che potrebbe aiutare i club minori anche dal punto di vista economico.
“Molte delle informazioni tecniche che riguardano le nostre due proposte di riforma della Coppa Italia sono già state accennate nel post che abbiamo pubblicato sui social. Ma sicuramente qualche parola in più non guasta, per confermarvi che non siamo affatto impazziti ma anzi parliamo in modo maledettamente serio.
Come abbiamo accennato, la prima versione che proponiamo è molto più radicale, e probabilmente basterebbe da sola a risolvere molti problemi economici delle categorie dilettantistiche, perché ogni anno ci sarebbe un gran numero di squadre che affrontano grandi club con tutti i benefici che ne conseguono. Ma, ovviamente, è un modello di tabellone che apre a svariate critiche. Quello che diciamo è però che un qualche strumento di redistribuzione delle risorse lo si dovrà per forza trovare nei prossimi anni, per scongiurare il fallimento di centinaia di società sportive. Giocare alcune partite in più, in cui poter tranquillamente schierare riserve e giovani, potrebbe essere un buon “prezzo” da pagare per le “big” per venire in soccorso al sistema. Altrimenti si dovrà pensare a forme di tassazione o provvedimenti simili, perché il calcio di base semplicemente non può scomparire: ne va dell’esistenza stessa del gioco.
Il secondo modello, sul quale è basato il seguente tabellone, è già frutto di uno sforzo di “mediazione preventiva”. Le “big” entrano ai trentaduesimi di finale, quindi nei fatti giocano una sola partita in più rispetto alla formula attuale (giocano infatti due turni in più, ma la semifinale nel nuovo modello sarebbe a gara secca e quindi il totale è solo un match in più). Non c’è nessun valido motivo per essere contrari. Certo, il cammino da fare per le “piccole” per arrivarci è lungo, ben 6 turni da superare, o 4 per le squadre di D, ma del resto è un modello davvero molto simile a quello inglese, dove infatti il Marine AFC ha dovuto superare proprio 6 turni prima di imbattersi nel Tottenham.
La scommessa sul rilancio economico, in questo secondo caso, interessa anche i primi turni e quelli preliminari: tutto il percorso di avvicinamento alle “grandi” infatti dovrebbe generare quell’attesa, quell’entusiasmo che riempiono le gradinate da Nord a Sud, anche perché si procede per prossimità geografica, e quindi ci sarebbero in questi turni miriadi di derby e sfide storiche, una sorta di magnifica giostra che conduce al sogno di gloria di incontrare uno dei club più forti d’Italia. Noi pensiamo funzionerebbe. Volare con la fantasia non è solo una cosa che fa bene allo spirito, specie in periodi come questo. È una cosa che può anche portare grandi cambiamenti di natura molto concreta”.
Di seguito, come esempio, il tabellone ipotizzato dal C.S. Lebowski, che sogna di sfida l’Inter!