Come riporta la Gazzetta di Modena, Coach Tomasini ha rilasciato la seguente intervista al quotidiano: “Ripensando a quando da giovane giocavo nell’Edilcuoghi di Oreste Vacondio sorrido: chi l’avrebbe mai detto che Modena e questo “Palazzo” sarebbero diventati la mia seconda casa. Invece, anche oggi, domenica, siamo qui a preparare il lavoro settimanale dei nostri ragazzi. Si vede che era scritto nel mio destino che sarei diventato un insegnante e io sono felicissimo di poterlo essere: non solo quando entro in palestra, ma anche nella vita di ogni giorno. Volevo studiare e ho avuto la fortuna di poterlo fare, sono Professore di Educazione Fisica all’Istituto Elsa Morante di Sassuolo da 30 anni e non ho mai pensato nemmeno anche solo per un istante di rinunciarvi. La colpa fu di Bernardinho, io fino a quel momento avevo fatto da assistente a Giorgio Barbieri nel Volley 2000 Spezzano della famiglia Magnani, poi un anno a Corlo in B2 da “primo”. Un giorno mi dissero che a Modena, alla Panini, Bernardinho cercava giovani con passione e voglia di fare e andai a parlargli. Fu lui a convincermi in un minuto a passare alla pallavolo maschile e mi insegnò quella che io anche adesso continuo a considerare la parola chiave nella vita: entusiasmo. Senza quello non si può ottenere nessun risultato. Ricordo quella stagione e ricordo anche Bruninho, giovanissimo, figlio di Bernardo, giocare al palasport fino allo sfinimento con un pallone da pallavolo. A me piace lavorare e mi piace vedere crescere i ragazzi, sono stato felicissimo di essere chiamato anche in nazionale, due volte, la seconda con il gruppo dei ’95 partecipammo agli Europei e avevo in squadra gente come Giannelli e Balaso, tanto per citare un paio di nomi. Io, per la verità, mi sento [un professionista del settore], anche se ho preferito non puntare a panchine della Serie A quando magari ce ne fu l’opportunità: la verità è che dedicandomi ai giovani riesco anche a non rinunciare all’insegnamento a scuola, solo chi ha questa fortuna sa quanto ti dia quel mondo. Proprio a scuola ho conosciuto Kevin Casali, un allievo di cui vado molto fiero: andai subito dalla madre e le dissi che lui aveva un grande potenziale. Arrivò a pochi centesimi dal tempo limite per partecipare ai Giochi Paralimpici di Rio, e da quel momento si dimostrò un vero campione. I risultati vengono se tutte le componenti funzionano: è sempre la squadra che vince quindi il minimo è che io ringrazi tutte le persone che mi hanno affiancato nella ricerca di giovani di talento: da Giulio Salvioli a Roberto Santini, da Chiara Zanasi a Luigi Parisi, a Marco Parenti e tanti altri. Senza di loro nessuno dei ragazzi che abbiamo cresciuto insieme sarebbe adesso in Serie A“.
Modena Volley – Gazzetta di Modena: Tomasini, un professore al PalaPanini
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