Mattia Manfredini, ex allenatore delle giovanili del Fiorano e ora sulla panchina della Juniores Regionale della Virtus Libertas, ha iniziato a gonfie vele la stagione con tre vittorie in altrettante gare e la sua squadra si trova così al comando solitario del ‘Girone C’.
Mister, tre su tre e unica squadra del girone a punteggio pieno. Ti aspettavi un inizio di campionato così forte?
“Sinceramente ci speravo, ma i ragazzi a livello di gioco e di atteggiamento sono andati oltre le mie aspettative in queste prime tre gare. Quest’estate, a casa, hanno lavorato e il 23 agosto quando abbiamo ripreso si è visto subito che erano già abbastanza brillanti. A loro faccio i complimenti perché a 16-17 anni non è semplice rimanere sul pezzo dopo quasi due anni di inattività. Sono rimasto sorpreso, soprattutto, dal punto di vista della condizione fisica. A livello mentale, invece, dobbiamo ancora lavorare moltissimo”.
Vincere aiuta a creare entusiasmo, ma la sensazione è che questi ragazzi fossero già un gruppo unito prima di iniziare. Qual è il segreto per creare una vera e propria squadra, sia dentro che fuori dal campo, in così poco tempo?
“Bella domanda, non ci sono strategie o pozioni magiche per creare un gruppo forte. Credo che il dovere di un allenatore sia quello di lasciare alla squadra tutto sé stesso, ‘spogliarsi’ completamente davanti a loro di ogni tipo di superficialità e dare tutto ciò che hai dentro perché se sei finto a quell’età se ne accorgono subito. Non è semplice mettere insieme tre annate diversi in un’unica squadra perché la differenza non è solo fisica, ma anche mentale. Ho chiesto ai più grandi di essere leader e ai più piccoli di apprendere ogni nozione come un aiuto importante e mai come un rimprovero. Prima si diventa squadra e prima si fa calcio in maniera seria e loro, aldilà dei risultati, lo stanno facendo”.
In questi primi mesi su cosa stai lavorando in particolare? Cosa stai cercando di trasmettere ai tuoi ragazzi e in che modo?
“Ho iniziato lavorando molto sulla testa perché veniamo tutti da un periodo di ‘depressione sportiva’ ed era fondamentale ritrovare l’entusiasmo di allenarsi. Sto usando la cosa che, a mio avviso, rende il calcio lo sport più bello del mondo cioè il pallone. Non credo che si possa prescindere da esercitazioni con il pallone e tutte le sue sfumature tattiche. Non ho mai creduto che una squadra vinca perché corre di più di un’altra, ma credo fermamente che giocare bene a calcio tecnicamente aiuta a far divertire i giocatori e di conseguenza se i giocatori si divertono non si accorgono della fatica e così spesso si vincono le partite. Poi, ovviamente, è importante anche fare una vita sana ed equilibrata, a questo dedico molto tempo. Devo ammettere che ho dei ragazzi in gamba che sanno come alimentarsi e prepararsi”.
Cosa vi ha chiesto la società e qual è il tuo obiettivo personale? Dove potrà arrivare questa squadra?
“La società sa benissimo che abbiamo davanti una Prima Categoria, non una Promozione o Eccellenza come le altre squadre quindi dobbiamo creare ‘appeal’ attraverso il gioco e il lavoro settimanale. Non ho in mente un obiettivo di classifica, ma ho in testa un percorso che vorrei portasse questi ragazzi ad essere davvero pronti per confrontarsi con la categoria. Quando dico pronti non significa solo a livello tattico e fisico, ma anche e soprattutto mentale. Se negli ‘Allievi’ e ‘Juniores’ si ‘martella’ sulle cose giuste il ragazzo in prima squadra farà meno fatica. Personalmente, ho un sogno nel cassetto che cercherò di raggiungere con ogni mezzo per me e per l’amore che nutro verso questo sport”.
Hai già allenato questa categoria, in passato, a Fiorano. Ci sono differenze tre le squadre modenesi e quelle reggiane?
“A livello di territorio vedo molte differenze, ma si notano soprattutto in quelle società che sono anni che lavorano bene. Nel modenese c’è un livello tecnico molto buono nelle realtà come Sanmichelese, Formigine e lo stesso Fiorano. Nella provincia di Parma società come Piccardo, Felino, Colorno, Carignano, Noceto hanno sempre degli allenatori preparati che sanno far crescere i ragazzi in modo serio e professionale. Nel reggiano, invece, sto notando molta fisicità e meno tecnica di base, anche se siamo all’inizio e non ho ancora un quadro completo della situazione. Speriamo tra qualche mese di avere la stessa classifica, ma soprattutto molti giocatori proiettati verso la prima squadra”.