Quando il tempo scivola via puoi esser certo che non hai avuto modo di guardare l’orologio .
Si parte per l’ultima partita, direzione San Benedetto del Tronto, so che il posto e le persone che affronteremo non potevano deludere le mie aspettative.
Silenzio in pulmino per più di due ore, i postumi del sabato sera sono sdraiati sui sedili, poi ” il mare il mare!”, da lì capisco che è iniziata la nostra partita ed ho già vinto.
Si arriva alla pista con molta difficoltà, tutte le vie di accesso alla pista sono bloccate e si decide di fare i turisti anomali, con i nostri borsoni e stecche ci facciamo 600mt tra mercatini e gente al mare.
All’entrata dal cancello del pattinodromo Panfili la prima cosa che si nota è il mare, tra gli scogli e la spiaggia che fanno partire l’organizzazione di un nuovo programma pre e post partita; l’attenzione e la concentrazione per la partita sono prontamente richiamati dal coach.
Siamo tutti pronti cambiati negli spogliatoi, fuori il sole, Bellotto dice poche parole: giochiamo, divertiamoci, aiutiamo i portieri, sappiamo che sono più forti ma non si molla nulla.
Fischio di inizio e succede quello che non ti aspetti, I SCOMED vanno in vantaggio per primi con Orru’ Tommaso, che si ripeterà poi nel secondo tempo. I pattinatori San benedettesi applicano i loro schemi a cui noi proviamo a rispondere, ma il divario è evidente .
Il primo tempo finisce con il risultato di 9 a 1 per i padroni di casa. Con il cambio portiere, Spatafora si riposa e Malara entra in campo.
Termina la partita sul risultato di 21 a 2 per i Pattinatori San benettesi. Malgrado il risultato, l’entusiasmo della giornata non scende.
Il tempo di un tuffo veloce in mare e per cambiarsi in fretta poi subito a tifare a Forlì per gli amici dell’Invicta che si giocano gara 3 per gli stessi colori.
Due domande COACH Alessio Bellotto:
come definirebbe il progetto serie C de I SCOMED con due parole ?
Cosa mette nella borsa da hockey?
Il progetto serie C é per gli atleti giovani un modo per confrontarsi con categoria senior e un occasione per divertirsi. Nel borsone: attrezzatura, un libro, che alla fine non leggo mai, e la voglia di imparare qualcosa da ogni partita
Due domande per il capitano Mattia Andreoli:
Da ex giocatore ti aspettavi subito di vestire i panni da capitano?
Come chiesto al tuo coach , cosa metti nella borsa da hockey ?
Sono stato fuori dai campi da gioco per quasi 10 anni e essere subito capitano di una squadra esordiente era l’ultima cosa a cui avrei pensato. É stata una gran bella esperienza, molto gratificante, che spero di ripetere anche l’ anno prossimo. Voglio ringraziare coach Bellotto e tutti i ragazzi/e per questa grandissima stagione che ha fatto crescere sportivamente tutti quanti.
Ovviamente ho tutte le protezioni necessarie, oltre a quanto serve per fare una bella doccia, visto che finito allenamenti e partite sono leggermente sudato e “profumato”. Non può assolutamente mancare una brugola ed un paio di ruote di scorta, oltre a nastro da stecca e scotch. Capita molto raramente di avere nel borsone il cappello di MVP, quello lo hanno più spesso i giovinastri, mentre capita più spesso di avere diverse birre calde da bere con i miei compagni a fine di una partita
FORZA SCOMED
SIAMO SEMPRE CON VOI
(The cat)