di Federico Golfieri
In vista della sfida di sabato alle 16.15 al Ferraris di Genova tra il Genoa e i gialli di Tesser, la nostra Redazione ha intervistato uno dei giocatori più simbolici nella storia del Modena. Il numero 10 che coi canarini ha calcato i campi più importanti di Serie A, e che proprio a Marassi conquistò la massima serie: Rubens Pasino.
Se ti dico Marassi e Genoa che ricordi e che emozioni ti tornano in mente?
‘Senza dubbio la vittoria del campionato e la Serie A. Una delle giornate più belle della mia carriera, sono passati vent’anni ma quella giornata è ancora bella viva nella mente di tutti.”
La curva ospiti che vi spinse in quella partita era piena, oggi saranno circa 400 i tifosi che seguiranno i gialli a Marassi. Quanto è stato un fattore il pubblico quell’anno?
”Tantissimo, quel giorno si spostò un intera città per venire a Marassi. Fu un fattore determinante sia in casa che fuori casa perché tutto l’anno si spostavano in massa. Modena-Genoa è una partita molto sentita ed è una rivalità che va avanti dagli anni ottanta, sono sicuro che i tifosi sabato si faranno sentire perché aspettano questa partita da tanti anni.”
Come vedi il Modena in questa Serie B? Ci sono gli ingredienti per superare le difficoltà?
”Il Modena sta vivendo un inizio difficile ma ha ancora tutte le possibilità per uscirne e portare a casa le vittorie che servono in chiave salvezza. Ha un tecnico molto esperto, Tesser è il punto cardine a cui affidarsi. Chiaramente bisognerà migliorarsi in alcuni aspetti per avere la determinazione di non farsi raggiungere se si è in vantaggio. Io sono fiducioso.”
A proposito di Tesser, che impressione ti ha fatto?
”Io ho una stima enorme del mister. Credo che l’anno scorso abbia dimostrato ampiamente di che pasta è fatto. La differenza tra noi e la Reggiana, a mio modo di vedere, è stata l’esperienza che Tesser ha messo a servizio della squadra. Ha cambiato modulo e ha fatto una serie di vittorie straordinarie. Il campionato dello scorso anno verrà ricordato per molto tempo.”
Un parere su Mosti e Tremolada?
”Hanno caratteristiche diverse. Mosti è un centrocampista moderno con più attitudine al sacrificio. Tremolada è un trequartista più “vecchia maniera” che ha nel piede sinistro un’arma micidiale. Sono due giocatori diversi che possono essere determinanti, potrebbero perfino giocare insieme. C’è grande fiducia nel loro contributo.”
In che giocatore del Modena ti rivedi?
”Non mi pare che ci siano giocatori con le mie caratteristiche. Non perché non siano bravi, ma perché il ruolo del trequartista si sta evolvendo. Oggi sono più alti e calciano forte, io ero più un assist man. Negli ultimi venti anni sono cambiate tante cose.”