di Federico Golfieri
La nostra redazione ha intervistato il miglior marcatore straniero nella storia della Serie B, 97 reti in 285 match, che ha vestito la maglia del Modena da gennaio 2014 a giugno 2016. Coi canarini è andato a segno 35 volte, vincendo la classifica marcatori nella stagione 2014/15. Di seguito l’intervista a ”El Diablo” Pablo Granoche.
Hai lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi a suon di gol e della grinta che avevi in campo. Cosa ha rappresentato per te Modena?
“Modena ha lasciato un segno anche nel mio cuore, è reciproco. Mi ha dato modo di ripartire in un periodo dove stavo facendo fatica dal punto di vista realizzativo, mi stava mancando andare in doppia cifra come mio solito. Caliendo mi ha convinto quella sessione di mercato ed è nata questa avventura che ancora oggi ricordo con immenso piacere”.
Arrivi a Modena a gennaio 2014 e quell’anno avete sfiorato la Serie A. Si può dire che la fortuna non ha aiutato?
”Sì, si può dire perché avevamo trovato un’amalgama di squadra perfetta, era una macchina che girava molto bene. Proprio sul più bello, dopo che avevamo raggiunto la semifinale playoff, sono venuti a mancare dei pezzi importanti e, per infortuni ed altri motivi, non siamo riusciti a giocarcela come volevamo. Il rammarico più grande di tutti è essere arrivati ad un passo e non essersela potuti giocare con tutte le armi. Mancavano 4/5 titolari”.
L’anno dopo vinci la classifica marcatori e salvi il Modena ai playout, che annata è stata?
”L’abbiamo vista brutta, è stato un anno dove partivamo con l’entusiasmo della stagione precedente in cui sfiorammo la serie A. A metà stagione però ci siamo accorti di dover lottare per non retrocedere, quindi sono cambiati gli obiettivi strada facendo. Per fortuna riuscimmo a salvarci, ma fu molto dura conquistare la salvezza”.
La stagione successiva, la tua ultima a Modena, non si riuscì ad evitare la retrocessione. Cosa non è andato?
”Mi sarebbe piaciuto non andare via e continuare a lungo nel Modena, è stato un peccato. Avevo già parlato con Caliendo, avevo avuto delle offerte prima dell’estate ma volevo rimanere. In quella stagione la squadra è partita male, io mi sono infortunato e successivamente mi sono fatto male di nuovo dovendomi poi operare, è stata un’annata davvero sfortunata. Anche Bentivoglio si è dovuto operare alla spalla, Galloppa è stato fuori diverso tempo per infortunio: tutti giocatori importanti che non hanno potuto dare il loro contributo e a lungo andare è stata dura. Non siamo riusciti ad evitare la retrocessione, fu una grande delusione condita da tutto il resto che è meglio non ricordare”.
Sei stato accostato a Modena, per un possibile ritorno, negli ultimi anni. Voci vere?
”C’è stata una chiacchierata col Modena quando è ripartito dalla Serie D, ma nulla di più. Avevo appena rinnovato il contratto con lo Spezia in serie B e dopo non ho sentito più nessuno.”
Parlando di presente, il Modena è in difficoltà in questa B molto complicata. Che impressione ti ha fatto? I gialli riusciranno a risollevarsi?
”Hanno una grande garanzia che è mister Tesser. Lo conosco bene perché l’ho avuto come allenatore. Partendo dalla sua esperienza ci si può rialzare. Ovviamente questa Serie B è molto competitiva e il Modena sta accusando l’impatto con la nuova categoria, ma sono sicuro che a lungo andare inizierà a fare risultati positivi”.
Soffermandoci sul mister, un parere su Tesser?
”Non serve che io dica qualcosa su Tesser, parlano i numeri per lui. Io posso fargli solo i complimenti per quello che ha fatto a Modena e quello che ha fatto prima, è una garanzia. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui e anche dal punto di vista umano ho avuto sempre un bellissimo rapporto. Auguro il meglio al Modena e ad Attilio”.
Da quest’anno hai sposato il progetto Clivense del tuo ex compagno e presidente Sergio Pellissier, vestendo i panni del vice allenatore. Com’è stare in panchina e non in campo da giocatore?
”Devo dire la verità: mi sto divertendo perché mi rispecchio nei giocatori e cerco di migliorarli consigliando quello che avrei fatto io. E’ un ruolo che ti dà molte soddisfazioni e sono contento di questa nuova esperienza. Ovviamente mi piacerebbe giocare le partite piuttosto che vederle da fuori, ma la carta d’identità non me lo permette più (ride, ndr)”.