E il tuo idolo chi è? Luca Vialli.
Già, ci sono delle persone che hanno segnato l’adolescenza di ognuno di noi, che ci hanno fatto pensare “oh io vorrei proprio essere come lui”. Li chiamavamo idoli quando avevamo quindici anni, poi spesso quegli idoli esaurivano il loro ruolo e man mano che diventavamo grandi ci accorgevamo che fuori da un campo o giù da un palco, beh, da idolatrare rimaneva poco o niente. Per il sottoscritto, con Luca, perché chi per lui ha cantato in uno stadio lo chiama Luca e non Gianluca, non è stato così. Ricordo come fosse ieri la finale di Coppa dei Campioni persa dalla Sampdoria a Wembley, con gli occhi gonfi per una sconfitta di quella non era la mia squadra, ma era talmente bella e ricca, quella Samp di Vialli e Mancio, che non potevi non innamorarti. Poi arrivarono gli anni della Juve, e da innamorato di Modena e del Modena, ma con la passione bianconera dentro, Vialli era l’idolo che andava oltre tutto. Vialli non era un leader, Vialli era IL LEADER. Era un giocatore talmente carico di carisma, carattere e tecnica da far sembrare possibile qualsiasi impresa. Che spettacolo che era, ragazzi, che forza, un dio greco sceso in terra, in un campo da calcio.
Dicevo prima che spesso gli idoli si appannano col tempo, sino a diventare meste caricature di sé stessi. Con Luca non è andata così. L’ho ammirato e osannato da giocatore in adolescenza e guai a chi mi toccava quel polsino nero uguale al suo, che custodivo in borsa da futbal come una reliquia. L’ho ammirato e per lui mi sono commosso, come tanti altri italiani, da grande, quando lo scorso anno ha chiuso un cerchio vincendo a Wembley col suo amico Mancini, coronato da un abbraccio che oggi guardiamo tutti con enorme tristezza. L’ho visto fragile, e straordinariamente forte, davanti alla malattia.
Caro Luca, gli idoli a volte non ti deludono, per quello fa ancora più male saperti lontano. Resterai, nei miei ricordi e in quelli di altre milioni e milioni di persone, e alcune come me ricorderanno quel oioiooioioio Luca Vialli segna per noi, con un sorriso e tanta malinconia.
Fai buon viaggio Capitano.
Caro Luca, gli idoli a volte non ti deludono, per quello fa ancora più male saperti lontano
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Gian Paolo Maini
Gian Paolo Maini è editore e direttore della testata parlandodisport.it che ha fondato nel marzo 2014. Classe 1979, diventa giornalista nel 2008 ed inizia con la carta stampata per poi proseguire con radio e tv, di cui si occupa ancora. Scrive il suo primo libro "La prima corsa di Enzo Ferrari" nel 2013. Ha creato eventi sportivi e culturali con la propria agenzia di comunicazione ed oggi continua a farlo come libero professionista. Dal 2014 é Responsabile Ufficio stampa di Modena Volley, dal 2018 é Direttore della comunicazione di ACI Modena e manager del gruppo Radio Pico/distrettobiomedicale.it
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