La Juniores della Virtus Libertas ha chiuso il ‘Girone A’ del campionato Elite con un ottimo sesto posto in classifica, conquistando con anticipo l’obiettivo salvezza. L’allenatore Mattia Manfredini, intervistato dalla nostra Redazione, ha analizzato l’intera stagione.
Raccontaci che annata è stata: sei soddisfatto del piazzamento in classifica e del lavoro svolto?
“E’ stata una stagione importante e impegnativa. Credo sia stato fatto un buon lavoro a tutti i livelli, sia nella crescita dei giovani che nella posizione in classifica. Arrivare sesti, in un campionato così difficile e importante, ci rende davvero orgogliosi. Avremmo potuto fare anche qualcosa in più, ma gli infortuni sono stati parecchi e hanno coinvolto giocatori essenziali e ci hanno tolto quella continuità di prestazioni che avevamo trovato a metà anno. Il campionato vedeva come protagoniste compagini veramente importanti, tutte con una prima squadra in Eccellenza o Promozione, mentre la nostra milita in Prima Categoria pertanto non ha potuto aiutarci, magari nei momenti più delicati, ‘prestandoci’ qualche giocatore classe 2004. Questo ci ha penalizzato rispetto a molte squadre, ma credo che ci debba rendere ancora più orgogliosi per aver fatto tutto con le nostre mani. Un enorme applauso va ai miei calciatori”.
Quali difficoltà avete riscontrato nel campionato Elite?
“Le difficoltà del campionato sono state parecchie, in particolare per il valore delle avversarie. E’ stato un campionato meraviglioso, mi sono divertito moltissimo, ma ho anche lavorato sodo. Abbiamo incontrato squadre davvero preparate, ricche di giovani interessanti e tutte ben allenate. Le società di Parma mi hanno impressionato per la qualità dei giocatori e la lunghezza delle rose. Colorno e Noceto erano ottime formazioni a livello tecnico, mentre compagini come Piccardo e Fidentina si sono rivelate toste fisicamente. Ho notato, con piacere, che ci sono giovani bravi e pronti in giro, basta solo andarli a cercare”.
Qual è stata la forza della tua squadra per raggiungere, con anticipo, la salvezza?
“La forza del gruppo è stata quella di aver sempre messo davanti a tutto la parola ‘Noi’ e mai la parola ‘Io’. Nessun giocatore ha mai pensato a sè stesso, ma hanno sempre ragionato per il gruppo. A livello prettamente calcistico, credo di non aver mai visto un gruppo così curioso di imparare nuove cose. A questa età, avere a che fare con dei calciatori ‘curiosi’ è più importante che avere giocatori forti perchè non si accontentano di fare, ma vogliono sapere il motivo di quello che viene fatto. Sono molto fiero dei miei ragazzi”.
C’è qualche giocatore che si è contraddistinto particolarmente e che può avere un futuro importante?
“Ho allenato un gruppo fantastico, ma ovviamente senza giocatori di un certo tipo non si possono ottenere determinati risultati. Alla Virtus Libertas ci sono giovani giocatori di assoluto livello e sono fermamente convinto che in diversi faranno parlare di loro in categoria. I cinque centrocampisti Saccani, Montresor, Di Lello, Anwar Bazine e Tudor Cazac sono tutti pronti, con caratteristiche diverse, per essere protagonisti nel mondo dei grandi. Chi mi ha davvero impressionato, per qualità globali ed età anagrafica, sono Simone Andreotti e Matteo Izzo, entrambi classe 2005. Veramente giocatori di grande avvenire e sono pronto a scommetterci”.
Personalmente, cosa ti aspetti dal futuro e in cosa speri per la prossima stagione?
“Adesso dobbiamo preparare bene i due tornei che avremo a maggio. Teniamo molto al Torneo “Cavazzoli” e anche al “Comet”, vogliamo essere protagonisti. Dal punto di vista personale, dopo anni nelle Juniores di Fiorano e Virtus Libertas, mi sento pronto per provare a vivere l’esperienza nel calcio dilettantistico dei ‘grandi’. Spero che il lavoro svolto abbia convinto qualcuno a fidarsi di me, ma se così non fosse continuerò a lavorare con i ragazzi. Sicuramente, ho grande fame”.