Il Modena della famiglia Rivetti, archiviato con successo l’ultima annata sportiva, è già al lavoro per preparare la prossima stagione di serie B sotto ogni punto di vista. La nostra Redazione ha intervistato Andrea Fabbrini, attuale responsabile del settore giovanile del Novara ed ex attaccante della mitica Longobarda dal 2000 al 2003 (in gialloblù ha collezionato oltre 130 presenze). Di seguito le parole del “Fabbro” rilasciate ai nostri microfoni.
“Il Modena è reduce da un buon campionato in cui ha mantenuto sempre posizioni tranquille e lontano dalla zona calda, c’era magari la possibilità di arrivare un po’ più in alto ma sono d’accordo con le parole del presidente quando dice che bisogna fare un passo alla volta. Serve essere organizzati al meglio a livello di strutture, ma non solo, per poi fare il salto senza essere la classica cometa che dura un anno e che successivamente torna nei meandri.
Sto apprezzando il lavoro svolto dalla società e sono convinto che porterà alla conquista di ottimi risultati. L’ultimo è stato secondo me un campionato giusto e tranquillo, utile per mettere le basi e la solidità necessaria in vista degli anni successivi. Per arrivare in alto, una società deve partire dalle fondamenta e costruire nel corso del tempo: i risultati non si ottengono mai dall’oggi al domani.
Mi aspetto una serie B importante, una sorta di A2 a livello di nomi e investimenti. Credo che il Modena farà degli inserimenti mirati, verrà sicuramente mantenuta l’ossatura della squadra cercando però di migliorare gli aspetti “carenti” riscontrati nell’ultimo anno. Fondamentale la costruzione di un gruppo che possa fare bene e ottenere risultati positivi, oltre alla creazione dell’ambiente giusto sotto ogni punto di vista e al fatto di mettere gli strumenti adeguati a disposizione del mister.
Nuovo allenatore? Aver avuto esperienze al fianco di figure del calibro di De Zerbi e Allegri può fare la differenza, ma allo stesso tempo bisognerà vedere come si confronterà con i giocatori. Farà sicuramente un bel salto passando da secondo a primo allenatore e per questo servirà starci vicino e aiutarlo ad ambientarsi nel miglior modo possibile.
Passato? E’ sempre piacevole e bello ricordare momenti del genere, ma brutto (ride, ndr) in quanto sono passati tanti anni e comincio ad invecchiare. A Modena ho vissuto tre stagioni che all’inizio erano impensabili, il salto dalla C alla B ci poteva stare ma l’altro è stato qualcosa di indimenticabile e fuori dal comune. Abbiamo visto crescere lo stadio e il pubblico, oltre all’affetto della gente. Una piazza che ha sempre risposto alla grande, in qualsiasi categoria.
Settore giovanile? Fa bene la famiglia Rivetti a tenerci tanto al vivaio. Così come in prima squadra, anche lì è fondamentale creare un ambiente sereno e di crescita nel rispetto dei ragazzi. Partire dalla basi per poi sviluppare tutto il resto, quello del settore giovanile è un percorso più lungo ma fatto in un certo modo può portare a grandi risultati”.