Tutto è nato dal caso Pro Piacenza, quando la squadra piacentina, prima del fallimento, giocò le ultime partite del campionato di serie C con un organico ridotto (addirittura in una, a Cuneo, si presentò con 7 giocatori tra cui il massaggiatore: la gara finì 20-0…). Da lì si cambiò il regolamento: adesso se una squadra rinuncia ad almeno due partite, vengono annullate tutte le precedenti. Ma quella fu un’eccezione, non un regola. Prima, il regolamento diceva che se una squadra si ritirava dopo l’andata, venivano confermati i risultati sul campo. Non era un regolamento perfetto perché in questi casi non c’è mai una regola perfetta, ma era quello che faceva meno danni. Anche perché se annulli i risultati, allora devi farlo anche per le sanzioni disciplinari. E poi a una società che spende 4-5mila euro se non di più per una trasferta a Pistoia e magari vince anche la partita, cosa gli racconti adesso, che quella parita non valeva e che si sta scherzando? Invece adesso per “colpa” di quella maledetta Pro Piacenza si è andati a travolgere un regolamento facendo danni incredibili. Eh già perché con la rinuncia, la seconda, della Pistoiese alla gara di domenica col Sangiuliano City, ora la classifica del girone D di Serie D è completamente stravolta, falsando un campionato addirittura a quattro giornate dal termine. Andate a raccontare a quelli del Ravenna che dalla capolista Carpi si trovavano a -2 e ora, con l’annullamento di tutte le gare dei toscani, sono a -4 a sole tre giornate dalla fine. Un regolamento assurdo che deve essere cambiato. Assolutamente.