In seguito all’ufficialità relativa alla nomina di Andrea Catellani come nuovo direttore sportivo del Modena, la nostra redazione ha intervistato Juri Tamburini (245 presenze in gialloblù dal 2004 al 2011 in Serie B), ex compagno di squadra proprio di Catellani in maglia canarina nelle stagioni 2008-2009 e 2009-2010 e ora allenatore dell’Under 17 del Cesena. Di seguito le parole dell’ex difensore del Modena.
CATELLANI – “Con Andrea, dopo le stagioni trascorse insieme al Modena, le strade si sono poi separate, come è normale che sia nel mondo del calcio. Ci siamo sentiti quando ho saputo che era diventato responsabile del settore giovanile a Modena: l’avevo chiamato per fargli il mio in bocca al lupo. Ai tempi in cui giocavamo insieme avevamo un bel rapporto: ricordo che andavamo a pescare insieme e per me il rapporto rimane quello di allora. Ognuno di noi ha dei poteri che ci possono permettere di fare qualsiasi cosa. Oggi il mondo del calcio è cambiato, è più organizzato: Andrea è sempre stata una persona molto decisa e consapevole di quello che vuole ottenere, per cui è naturale che, se ha intrapreso questa strada, è perchè evidentemente il suo obiettivo era quello di partire dai giovani e arrivare ai grandi. Ha fatto diverse esperienze a livello di settore giovanile, poi è capitata questa occasione: sicuramente cercherà di non farsela scappare. Ha una società alle spalle che lo aiuterà sotto tanti punti di vista e lo metterà nelle condizioni di lavorare al meglio. Non posso fare altro che fargli un grandissimo in bocca al lupo: spero che possa ottenere grandi risultati. Io a Modena sono molto legato e seguo ancora molto la squadra: quando gioca la Serie B, il primo risultato che vado a cercare è quello del Modena”.
MODENA – “Ho seguito la stagione del Modena, anche perché sono molto amico di Pensalfini (è stato il secondo di mister Bianco sulla panchina canarina, ndr). E’ stata una stagione anomala, dove era stato scelto un allenatore giovane ma con tanti estimatori. Mi ha stupito il fatto che la squadra, che era partita molto bene, poi quando c’era da dare continuità ha avuto un calo che ha portato a risultati negativi che hanno fatto sì che il Modena iniziasse a scendere in classifica avvicinandosi alle posizioni critiche. Poi è arrivato il cambio in panchina perchè la società probabilmente si era accorta che qualcosa all’interno non funzionava. Guardando le dichiarazioni del presidente anche negli ultimi anni, sembra che le intenzioni per il futuro siano abbastanza chiare. Io sono sempre dell’idea di stare con i piedi per terra, senza fare grossi proclami. Prima di valutare gli obiettivi della squadra per la prossima stagione occorre aspettare il mercato. Dietro alla squadra c’è però una società con le spalle larghe: a una società del genere, disposta a fare investimenti per la crescita di settore giovanile, centro sportivo e stadio si può solo stare vicini indipendentemente dal fatto che i risultati vengano o non vengano”.
CESENA – “Qui a Cesena Bisoli, insieme a Castori, è uno di quegli allenatori che hanno lasciato un ricordo bellissimo vincendo dei campionati. Sicuramente è un allenatore che conosce la cadetteria, campionato diverso da tutti gli altri. Cesena e Modena sono le mie due “case”: anche se calcisticamente “non vanno d’accordo”, le faccio andare d’accordo dentro di me. Per il Cesena era importante salire di categoria, anche per la crescita dei ragazzi del settore giovanile che affronteranno ora campionati più impegnativi. L’anno scorso con l’Under 16 abbiamo vinto il campionato italiano e quest’anno ci stiamo riprovando con l’Under 17. Allenare è tutta un’altra cosa rispetto a giocare a calcio: allenando dei ragazzi, mi sento più un educatore che un allenatore. Il settore giovanile non dovrebbe essere visto dalle società come un costo, ma come una risorsa”.