Foto vignoli da modenafc.net
Mancano 48 ore alla partita più importante della storia recente del Modena F.C. .
L’obiettivo, inutile ripeterlo, è quello di “salvare la pelle” attraverso la permanenza in categoria. Perdere il playout non significherebbe necessariamente giocare in Lega Pro, ma anzi potrebbe aprire scenari ben più drammatici calcisticamente parlando.
Una società, apparentemente sana fino a 18 mesi fa, si ritrova ad un passo dal baratro, a causa di scelte sbagliate sia dal punto di vista tecnico che da quello gestionale. Il “buco” evidenziato nelle settimane scorse di circa 1,6 milioni di euro da coprire entro il termine della stagione 2014/15, è destinato ad allargarsi ulteriormente in caso di mancata salvezza, e potrebbe sfociare, nell’ipotesi che Caliendo abbandoni la nave, nel fallimento del club canarino.
Ma andiamo per gradi.
– L’esercizio del 2013 fa ben sperare…
Circa un anno e mezzo fa, Antonio Caliendo dichiarava con orgoglio il risanamento dei conti gialloblu. I numeri, all’epoca, davano ragione all’ex procuratore, che nel bilancio d’esercizio del 2012 fece fronte a perdite per 3 milioni e 418 mila euro. Considerando che non ci furono aumenti negli altri ricavi (risultano in diminuzione!), l’utile fu raggiunto grazie al taglio dei costi di produzione e alla valorizzazione di qualche giocatore. Il monte ingaggi dei dipendenti del club di viale Monte Kosica (calciatori, staff e dirigenti) fu ridotto addirittura del 60% (tanti prestiti secchi e scadenza di contratti “pesanti”) e l’operazione di plusvalenza nello scambio “Aldrovandi-Manfrin” permise di chiudere il bilancio in attivo.
– L’esercizio del 2014 è un indizio che qualcosa non va!
L’anno solare 2014 si è chiuso con perdite da 1 milione e 417 mila euro. In questa occasione, data la drammatica diminuzione nei ricavi della società, a poco sono serviti i tagli nel costo del personale (l’anno precedente si era passati da 7 a 3 milioni!). Tuttavia, secondo quanto riferito nell’assemblea dello scorso aprile coi soci di minoranza, nonostante gli errori, l’ex procuratore si è reso disponibile a coprire il “buco”, promettendo il denaro necessario grazie alla “World Promotion Company S.A.”, società con sede in Lussemburgo di cui lo stesso Caliendo è amministratore e che detiene, pensate, il 98,70% del capitale sociale del Modena.
– Le troppe scommesse della stagione in corso…
Dal punto di vista degli investimenti sul campo, non è difficile capire che Caliendo e Taibi hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare; scommettendo forte su premi legati alle valorizzazioni per il raggiungimento di presenze e obiettivi personali dei giocatori (come era successo l’anno precedente per Rizzo, Molina e Babacar). I prestiti di Acosty, Beltrame, Marsura, etc… non daranno un ritorno economico e dunque, la possibilità al Modena di sussistere nel prossimo mercato estivo.
– Cosa vorrebbe dire retrocedere?
A questo punto, è necessario fare una considerazione. La perdita dell’esercizio impone di dover richiedere ai soci il ripianamento e dunque l’immissione immediata di liquidità. Comunque vada la partita di sabato contro l’Entella, Il Modena ha completamente eroso il patrimonio netto sociale a causa delle perdite, e per l’iscrizione al prossimo campionato servirà una ricapitalizzazione pari, almeno, a 1 milione e 678mila euro. Tenendo in considerazione che, ad oggi, i proventi maggiori della società canarina derivano, oltre che dalla sponsorizzazione, dai contributi della Lega Calcio Serie B; una retrocessione in Lega Pro polverizzerebbe all’istante quel bottino di circa 4/5 milioni cash che la Federazione mette a disposizione di ogni squadra in cadetteria. Se a questo aggiungiamo che il “main Sponsor” gialloblu, “Cpl Concordia” è nel caos più totale (non garantirà il suo appoggio quasi certamente per la stagione 2015/16), e che il tesoretto legato alle valorizzazione dei prestiti è svanito col termine della “regular season”; allora è facile comprendere che una risultato negativo al playout sarebbe un vero e proprio disastro dal punto di vista economico-finanziario.
– Chi c’è alla finestra?
Ecco che nelle ultime settimane è uscita la voce di un possibile ingresso di Marcello Masi, presidente del Formigine calcio da ben 41 anni. Bolognese di Nascita, Masi, è un classe 1939, ed è titolare della Finmasi, azienda siderurgica con interessi nel settore elettronico e alberghiero. Da voci interne alla società verdeblu sembrerebbe che l’investitore sia pronto a rilevare una buona parte del Modena F.C. in caso di retrocessione nella terza divisione italiana.
– L’importanza di una partita di calcio!
Dopo questa attenta analisi, sono più che limpide le motivazioni che spingerebbero Antonio Caliendo a “mollare la baracca”, nel caso in cui i canarini non uscissero imbattuti sabato pomeriggio allo stadio Braglia. Sono tantissimi i milioni in ballo dietro ad una partita di pallone e, proprio per questo, non è possibile fare previsioni concrete su quello che sarà il futuro societario del Modena F.C.
Di una cosa, però, il tifoso canarino deve essere consapevole: i novanta minuti contro la Virtus Entella potrebbero essere gli ultimi della storia del club geminiano.