Nella foto Gianni ai tempi del Modena.
“Cominciamo con il toglierci le cuffie, ad aprire le orecchie al modo che ci circonda.” Con queste parole, Gianni De Biasi, attuale commissario tecnico dell’Albania, esordisce a “Sopra la panca”, la rubrica da lui tenuta su sportmediaset.it. Il tanto amato ex allenatore canarino spiega come la sconfitta con l’Uruguay nasca da lontano; non dalla partita con la Costa Rica, bensì dalla “Pigrizia mentale” italiana. Una sorta di blocco interiore che non ci permette di andare “ad allenarci con il sorriso! Con la voglia di stare insieme e vivere la quotidianità con uno spirito nuovo!”
Il mister fa una pesante critica al calcio moderno e ai suoi rappresentanti, figli del prodotto mediatico di questa società. Questo modo di interpretare lo sport più bello del mondo, fatto di interessi economici e di adulazioni, “ha snaturato l’essenza dell’atleta, facendolo diventare un attore, un personaggio attento in modo maniacale agli aspetti estetico/edonistici. Oggi paghiamo anche questo, la poca dimestichezza a reagire alle avversità, alle lacune tecniche, mettendo sul piatto della bilancia, la determinazione e l’orgoglio.”.
I problemi di questa Nazionale e di quella sudafricana del 2010, non sono riconducibili a limiti o ad errori tecnici, bensì alla mancanza dell’essenza fondamentale del calcio, ossia la “passione per la propria professione”, che proprio nelle ultime due competizioni sembra essere venuta meno.
Non sempre vincono i più bravi, ma quelli che “sanno mettere insieme più qualità nello stesso momento e con maggior convinzione”; e l’Italia, sottolinea De Biasi, ha dimostrato di non essere stata in grado di unire queste “doti”.
L’allenatore Veneto ha concluso il discorso affermando che “La voglia di essere squadra, di correre di più e meglio dell’avversario, la generosità nel aiutare il mio compagno in difficoltà, la capacità di reagire alla stanchezza e alla fatica… La gioia nel fare fatica!” sono elementi che fanno la differenza per raggiungere ogni obiettivo.