Mentre Modena piange e ricorda la morte del “Muratore” Paolino Ponzo, ormai è un anno che ci ha lasciato un altro campione, ma non un semplice fuoriclasse bensì qualcuno che fu in grado di cambiare uno sport e di trasformarlo in qualcosa di completamente nuovo. Johan Cruijff ha saputo incarnare alla perfezione lo spirito del calcio, plasmando un nuovo modo di interpretarlo e di giocarlo. Il “Calcio Totale” non fu semplicemente un modo di giocare, fu molto di più, fu un approccio rivoluzionario allo sport in generale, per certi versi una vera e propria ideologia sportiva, nella quale la squadra, dal portiere all’attaccante e viceversa, era pensata come un nucleo solido che respirava e si muoveva in modo sinergico producendo un gioco spettacolare, interpretando al meglio la celebre frase “la forza del branco è il lupo e quella del lupo il branco“. Proprio questo, lo spettacolo, rendeva giustizia al vero protagonista di questo sport, il pallone, che veniva reso tale solo attraverso il tocco razionale di un giocatore. La figura del calciatore moderno si andava definendo sempre di più proprio in quei pazzi anni ’70, durante i quali l’Olanda raggiungeva per la prima volta la finale del Mondiale e la figura del calciatore veniva chiamata ad essere qualcosa di completamente diverso rispetto al passato. Questi doveva essere in grado di dimostrare capacità atletiche elevate, una tecnica semplice e precisa e grande visione di gioco, tutto ad un ritmo vertiginoso. Tutto questo può essere riassunto in una citazione dello stesso “Pelè bianco”: «Giocare a calcio è molto semplice, ma giocare semplice nel calcio è la cosa più difficile che ci sia.». Johan era un personaggio controcorrente e anticonformista, uno degli Dèi di questo sport, dimostrandolo non solo sul campo, ma anche fuori sia a livello manageriale che nei panni di allenatore. Forse l’elemento che contraddistinse di più il suo gioco da quello degli altri fu proprio la razionalità sintetica e l’immaginazione visionaria. Quest’ultimo elemento gli consentirà di essere sempre un passo avanti agli avversari, vedendo il possibile nell’impossibile. Come ha detto Federico Buffa in un suo noto documentario: «se chiedeste a Johan Cruijff se lui stesso si considerasse un ribelle o un rivoluzionario, lui risponderebbe così: “Se per ribelle, almeno nel calcio, va inteso qualcuno che vuole cambiare le cose, allora sì, sono e sarò sempre un ribelle“».
Johan Cruijff fu davvero “Il profeta del gol”
0
gianlucagasparini1
Gianluca Gasparini, classe '96, collabora con Parlandodisport.it, seguendo Modena, Carpi e Sassuolo. Per Parlandodidilettanti.it scrive pezzi ed interviste su tutto il calcio di provincia modenese. Addetto stampa per la Rosselli Mutina.
Leggi anche
Modena-Sudtirol, i precedenti: nessun pareggio al “Braglia”. Con l’arbitro Minelli più dolori che gioie
Prima volta per Bisoli al "Braglia" da allenatore del Modena e, scherzo del destino, affronterà il suo passato: il Sudtirol....
Leggi di piùEffettua il login per partecipare all discussione