Ricalcando l’operazione eseguita ieri per Sime Vrsaljko (clicca qui per vedere l’articolo), proviamo a tracciare il profilo dell’altro terzino neroverde arrivato in questo mercato, Federico Peluso.
Per descrivere da un punto di vista statistico la passata stagione di Federico Peluso, bisogna stamparsi in testa due fattori imprescindibili: ha giocato nella Juve e ha giocato pochissimo. Giocare nella squadra italiana nettamente più forte tende a “gonfiare” alcune statistiche e a sminuirne altre; non è difficile capire che se la mia squadra ha il possesso di palla per il 70% della gara, i miei numeri difensivi non potranno mai essere paragonabili a un giocatore che milita in una formazione che lascia fare la partita agli avversari. Per un ragionamento inverso, le statistiche di possesso e quelle offensive tenderanno a essere pompate, non tanto dalle mie capacità personali, quanto dalla filosofia di gioco della squadra e dalle qualità dei miei compagni. Passando al tempo di gioco, non è necessario essere Harvey Pollack per comprendere come solo nove partite giocate (per un misero totale di 341 minuti) non rappresentino un campione statisticamente rilevante, ed è quindi più che deviante considerare i numeri che tra poco vi mostrerò, come la verità assoluta su Federico Peluso.
Fatte queste necessarie premesse, ho deciso di paragonare il 2013/2014 di Peluso con le annate di alcuni giocatori che per ruolo e minutaggio presentano diverse affinità col difensore romano. In primo luogo ho scelto di escludere dalla comparazione tutti quegli “esterni” sinistri che giocano in un 3-5-2; il Sassuolo nella stagione ventura utilizzerà un 4-3-3 e la differenza di posizione e compiti di un esterno sinistro nel giocare in una difesa a quattro o in un centrocampo a cinque, è troppo grande per essere trascurata. Ho deciso, inoltre, di escludere dal confronto alcuni giocatori un pò fuori portata: Peluso è un ottimo giocatore ma paragonarlo al gotha del ruolo (Cole, Evra, ma anche gli stessi Pasqual e Asamoah) è un pò troppo pretenzioso, e sono convinto che gli stessi tifosi neroverdi possono trovarsi d’accordo. In conclusione, la lista di colleghi cui fare riferimeto per la valutazione del neo-acquisto sassuolese è stata ridotta a Dramè, Del Grosso, Radu e Murru, tutti giocatori che, seppur con caratteristiche diverse, rientrano nel range di qualità di cui fa parte il neroverde.
Nella passata stagione, Peluso si è dimostrato un solido gestore del pallone, con l’81% dei passaggi riusciti (secondo solo all’83% di Radu), ma approfondendo l’analisi su questo dato si nota subito come la metà di questi siano stati effettuati all’indietro, laddove la media di passaggi all’indietro per gli altri giocatori è quasi sempre sotto al 40%. Nonostante la scarsa quantità di passaggi “pericolosi”, però, Peluso è riuscito a essere discretamente efficace nel serivre assist (0.11 a partita, secondo solo allo 0.12 di Dramè), ma soprattutto a creare le occasioni per segnare (prmo tra tutti con 0.78 a partita). A questa discreta vena di assist-man, però, non si associa altrattanta capacità di concludere l’azione: un solo tiro in porta nell’intera stagione passata, che tra l’altro è fruttato un gol ai bianconeri, ma proveniente da calcio da fermo. Per concludere il discorso offenisvo, la statistica relativa ai dribbling ci restituisce un’immagine del terzino neroverde abbastanza inaspettata; secondo nel lotto di giocatori scelti per dribbling riusciti a partita (0.89 dietro all’irraggiungibile 2.77 di Dramè), il tutto con un’ottima percentuale di riuscita pari al 57%. Niente male.
Passando alla metà campo difensiva, la situazione numerica si fa più grigia. Ultimo in tutte le principali voci statistiche difensive, a partire dai palloni intercettati per gara (1, contro i 3.2 di Radu), passando dai tackle vinti a partita (0.22, contro i 2.19 di Murru), finendo con il numero di volte in cui ha “spazzato” l’area (1.22 a gara, contro il 4.96 del solito Radu). Unico dato positivo è l’efficacia nel gioco aereo che lo vede perfettamente in media nei duelli arei vinti a partita (1, il migliore è Murru con 1.62), ma con una percentuale a dir poco spaventosa del 90%, migliore per distacco. Questo dato si spiega considerando il fatto che Peluso può vantare quasi 190 cm di altezza, e giocando esterno si trova spesso nella condizione di dover marcare giocatori più piccoli, e meno abili nel gioco aereo di lui.
Sottolineando ancora una volta le premesse esposte in precedenza e la conseguente cautela con cui devono essere analizzati questi numeri, il ritratto di Peluso che esce da questa quadretto è quello di un giocatore abile nell’accompagnare l’azione, non tanto per andare a concludere a rete, quanto per offrire uno sbocco alla manovra e per servire assist vincenti. Qualche problema in più nella metà campo difensiva, in cui spicca solo la grande capacità nel gioco aereo. Detto ciò, è ora compito delle sapienti mani di mister Di Francesco plasmare questo giocatore per farlo rendere al meglio con la casacca neroverde.