Facciamo un passo indietro.
Era la fine degli anni 80 e dato che i soldi scarseggiavano per carburarsi per andare in discoteca si passava a prendere il vino all’autogrill o in un bar malfamato.
Quando il livello alcolico si alzava partivano i cori a sostegno del quartiere da cui si proveniva e , non so se inventata dal mio amico Etto o effettivamente esistente , partiva lui col coro ” per un pir ” , ma con una musica diversa , finendo con maduneina invece che ghirlandeina perché lui residente alla madonnina.
Come chi ha vissuto le trasferte sa le migliori idee vengono proprio quando si va in viaggio , specialmente quelli lunghi al sud , anche grazie alle sostanze recanti allegria che ti alleviavano le fatiche della trasferta.
Era l’anno della seconda trasferta a Palermo e , con il treno pieno , decidiamo di occupare il vagone postale che era vuoto.
Le casse di birra vengono appoggiate all’inizio del vagone , vengono organizzati tornei di briscola e di calcetto e i soliti instancabili lavoratori producevano manufatti.
A un certo punto canto la canzone della maduneina già trasformata in ghirlandeina , e negli occhi di Guerra si vede l’illuminazione.
” fermi tutti , la facciamo cosi ” ci disse cambiando la musica e mantenendo le parole ed è stata cantata per una ventina di ore.
E poi fino ai giorni nostri.
ps. la foto di copertina è della trasferta di Taranto e non quella che vi raccontavo di Palermo ma mi piaceva e ho messo quella