Di Principino Andrea
(liberamente tratto da “Modena F.C. 1912-2012”, Artioli Editore)
Dopo aver terminato la carriera di portiere (soprattutto in panchina) a Reggio Emilia, comincia proprio oltre Secchia la sua carriera di allenatore. Con i granata centra la promozione dalla C alla B nella stagione ‘70/71 e rimane in sella al sodalizio reggiano per altre tre stagioni. Nell’ultima (‘73/74) Ezio Galbiati conosce il suo primo esonero prima della fine del campionato, evento che gli consente di prendere accordi prima della chiusura della stagione.
Il Modena, dopo una tribolata stagione ‘73-74, nella quale era partito con i favori del pronostico, per poi scivolare lentamente in classifica, era alla ricerca di un allenatore dalle chiare idee e dai propositi vincenti.
Ezio Galbiati fu assunto dal compianto Paolo Borea per la stagione ’74-75, campionato che doveva necessariamente passare per la promozione in serie B.
L’intento del tecnico, supportato dalla società, era quello di trattenere solo i giocatori adatti alla sua idea di squadra. La formazione base impostata alla partenza della nuova stagione poteva contare su Geromel (dalla Ternana) in porta, Piaser (dall’Avellino) e Gibellini sulle punte avversarie, Marinelli libero, Matricciani terzino fluidificante, Bellotto (dal Brescia), Ragonesi (dal Parma) e Zanon (dalla Reggiana) in mediana, Colombini (dall’Ascoli) come ala tornante, con punte i confermati Blasig e Boscolo. Nonostante l’eliminazione in Coppa Italia Semipro, la formazione allestita dal tecnico comasco sembrava essere tetragona in difesa, molto duttile nel reparto centrale, che offrì da subito le maggiori garanzie, ma con qualche problema davanti. Le premesse furono confermate dalle prime giornate di campionato e, per non lasciare nulla di intentato, la dirigenza ingaggiò Bellinazzi, attaccante d’area, che andò a completare lo scacchiere di Galbiati. Ed in effetti Galbiati seppe guidare abbastanza regolarmente la truppa canarina al sospirato traguardo. Tuttavia non tutte le ciambelle riescono con il buco. La promozione non fu accompagnata dalla conferma del tecnico, nonostante l’ottimo lavoro svolto; per alcuni dissidi sorti con un dirigente, Galbiati salutò tutti e se ne andò alla Ternana in serie B, nella quale però venne esonerato ben presto.
L’incrocio tra il tecnico lombardo ed il Modena doveva conoscere un’altra tappa. Dopo la rovinosa retrocessione in C1, all’inizio della stagione 1978-79, Galbiati era tra i papabili per sedersi alla guida della truppa canarina ma i montanti problemi economici della società suggerirono di percorrere una via interna (Cavazzuti). Dopo una partenza negativa, che aveva portato i gialli in zona retrocessione, i dirigenti decisero di ingaggiare l’allenatore comasco, reduce da un esonero a Piacenza. Purtroppo Galbiati non poté risollevare le sorti di una squadra che, oltre ad evidenti problemi di tipo tecnico, associava problemi psicologici ed economici, visto il mancato pagamento degli emolumenti da parte della società. A 5 giornate dalla fine Galbiati rassegnò le dimissioni, con il Modena praticamente retrocesso, tra l’indifferenza generale per quel che avveniva sul campo, e con l’attenzione concentrata sui risvolti societari di una crisi che sembrava dovesse condurre al fallimento della società canarina. La carriera di Galbiati continuò in C, senza più conoscere gli acuti della prima esperienza sotto la Ghirlandina.