Qualche giorna fa, in un bellissimo articolo pubblicato per l’Ultimo Uomo, Fulvio Paglialunga ha delineato un ritratto abbastanza impietoso della situazione stadi in Italia, una questione che, soprattutto dopo il mondiale brasiliano, ha monopolizzato buona parte del dibattito sportivo. Nel suo articolo, Paglialunga descrive l’incapacità delle società italiane di creare un prodotto qualitativamente appetibile per il pubblico, la percezione diffusa dello stadio come luogo pericoloso e la scarsa lungimiranza del calcio italiano (vedi questione stadi di proprietà) nella programmazione a lungo termine. Nulla di nuovo all’orizzonte -specialmente per un pubblico che ormai da anni si sente dire che gli stadi sono brutti e vecchi-, ma dati che devono comunque far riflettere, se non altro per le dimensioni apocalittiche che il problema ha ormai assunto.
Questa premessa mi porta al punto focale di questo articolo: com’è la situazione in casa gialloblu? In che misura lo stadio Braglia e i tifosi canarini sono lo specchio di quello che sta succedendo in Italia? Quello di Modena è un esempio virtuoso, o solo un’altra goccia nel mare magnum di inadeguatezza e pressappochismo? I dati riportati da StadiaPostcards ci raccontano di un caso, quello del Braglia, particolarmente intricato e interessante, che vale certamente la pena analizzare.
Quello dell’affluenza agli stadi è un fenomeno particolarmente complesso da descrivere, fondamentalmente perchè si compone e dipende da molteplici fattori: l’affezione di una città verso la propria squadra, la posizione in classifica, la (s)fiducia di una tifoseria nei confonti della società, il costo del biglietto, e addirittura le condizioni climatiche (andare allo stadio quando ci sono -3 gradi non è cosa da tutti). Il 2014 dello stadio Braglia sembra raccogliere tutti questi elementi, ma ci dice anche di più.
Nel 2014 il Modena ha giocato 23 partite di campionato al Braglia (11+2 nella passata stagione e 10 in quella attuale), con una media netta di 5991 spettatori a gara, un pò pochini per un impianto ristrutturato abbastanza recentemente, e che fa impallidire la maggior parte delle altre strutture della categoria.
Considerando la sola stagione 2013/2014, i 5291 spettatori medi che popolavano le tribune del Braglia per le partite casalinghe della banda di Novellino occupavano la dodicesima posizione della classifica di affluenza della cadetteria. Il dato peggiora ulteriormente considerando la percentuale di riempimento dello stadio, che – basandosi sui dati di capienza di Wikipedia- arrivava appena al 25%. Scavando più a fondo all’interno di questi numeri, però, già dalla fine della scorsa stagione si iniziava a intravedere un aumento di ingressi, coinciso certamente con la meravigliosa corsa che ha portato i canarini a un passo dalla massima serie.
Nelle prime sette partite casalinghe del 2014 (dalla sfida col Varese del 6 Febbraio a quella della Juve Stabia del 12 Aprile), il Braglia non ha mai ospitato più di 4700 persone; a partire dall’ottava partita in casa, il numero minimo di tifosi è schizzato sempre oltre i 5200, con quattro partite che hanno visto più di 7000 presenti e tre partite in cui i paganti sono stati addirittura più di 9000 (le due sfide col Cesena e il primo turno di playoff con lo Spezia). Se da un lato è perfettamente comprensibile che una squadra in corsa per la promozione porti allo stadio molto più pubblico, dall’altro fa certamente impressione constatare la proporzione di questa aumentata affluenza, con un Braglia che nelle sfide più importanti ha visto più che raddoppiare gli ingressi medi stagionali.
Questa più che ogni altra è la prova tangibile che quello di Modena è un pubblico sopito più che assente, addormentato più che latitante. E’ difficile capire le ragioni di questa sorta di “sonno del tifo”, dal quale risvegliarsi sembra possibile solo nelle occasioni d’eccezione, ma questi numeri confermano la presenza di una grande quantità di persone che aspettano le occasioni davvero speciali per andare allo stadio.
Al termine del campionato scorso, ahimè, la promozione non è arrivata e il mercato estivo ha allontanato da Modena tre dei principali artefici della cavalcata della stagione 2013/2014. Un mercato che ad Agosto sembrava di alto livello (io in primis avevo pronosticato un campionato canarino profondamente diverso) ha comunque portato un forte vento di ottimismo verso la stagione 2014/2015, e anche questo si è tradotto nella vendita di abbonamenti.
Dai 2775 abbonati dell’anno precedente, il numero di tessere sottoscitte per la stagione corrente è passato a 3562, un aumento superiore al 27%, il dato più alto delle ultime cinque stagioni. L’inizio di stagione del Modena, però, è stato impacciato e difficile, e oltre a una squadra che faticava ad ingranare, non si può certo dire chei tifosi del Bragliagodessero di un calcio spettacolare (nelle prime sei partite casalinghe della stagione corrente, i tifosi della Montagnani hanno visto solo 7 gol, una miseria).
In queste circostanze sarebbe stato lecito attendersi una diserzione totale, con tribune vuote e curve disabitate, ma il pubblico di Modena ha deciso di rimanere attaccato alla squadra; nelle dieci partite disputate al Braglia per la stagione 2014/2015, la media di spettatori è salita a 5962, un aumento del 12% rispetto alla seconda metà del campionato precedente. E se in parte questa media è “pompata” dal derby col Bologna (11699 presenti, record stagionale), bisogna anche sottolineare come per sole due volte in questa stagione il Braglia abbia ospitato meno di 5000 spettatori (la sfida contro la Pro Vercelli e l’ultima col Trapani).
Insomma, tra abbonamenti e media di presenza, nonostante una squadra che non ha rispettato le attese (forse esagerate) di inizio stagione e che a tratti si dimostra – da un punto di vista calcistico- quasi anti-estetica, il pubblico di Modena ha risposto presente e l’affluenza è aumentata considerevolmente; la recente iniziativa ideata dalla società e le parole di Caliendo si muovono proprio in questa direzione, andando ad alimentare un fuoco che ha dimostrato di non voler spegnersi.
La Serie B è un campionato strano, un campionato dove tre partite possono fare la differenza tra playoff e zona retrocessione, dove gli equilibri durano il tempo di un mattino e con lo status quo non si va da nessuna parte. Il Modena ha la possibilità di giocare per traguardi importanti, specialmente con la sessione invernale di mercato alle porte, e i tifosi gialloblu possono avere un grande ruolo nella rincorsa ai piani alti della cadetteria. Alcuni piccoli segnali sono già venuti a galla, ma adesso è arrivato il momento di fare il salto definitivo: il Modena lo richiede.