foto da contropiede.ilgiornale.it
Ciò che desta davvero preoccupazione riguardo al gol fantasma di Davide Astori in Udinese-Roma, non è l’errore in sé; bensì il ruolo del tutto ininfluente dell’assistente di porta. Aldilà della svista, plausibile come sempre, è lecito domandarsi come sia possibile che l’arbitro, posizionato peggio rispetto al collega, abbia visto il pallone varcare la linea di porta.
È vero: il direttore di gara ha sempre l’ultima parola; ma il rapporto di fiducia e la collaborazione coi suoi assistenti sono alla base per un arbitraggio quanto meno coerente. L’episodio in questione, cosi come tanti altri, non sarà mai chiarito al 100% dalla moviola. E allora perché non affidarsi subito alla tecnologia? Perché rimandare continuamente facendo nascere ulteriori polemiche sui gol-non gol? Non sono bastati i tanti strafalcioni della classe arbitrale che gravano terribilmente sugli sviluppi di un campionato?
Mi chiedo cosa abbia pensato al termine della gara del “Friuli” il signor Maresca della sezione di Napoli, che ieri “di lavoro” faceva proprio l’addizionale di porta. Quando Guida, primo arbitro della partita, ha deciso di assegnare la rete al giocatore giallorosso, qualcuno ai vertici del calcio italiano avrà senz’altro riflettuto sulla reale utilità dell’uomo di porta. Come mai la sua scelta non ha avuto influenza sul direttore di gara? Esiste una concreta collaborazione tra l’arbitro ed i suoi assisti?
E dunque siamo sempre qui, con l’imminente necessità della così detta “goal-line technology”, la quale permetterebbe di escludere finalmente i due arbitri aggiuntivi e limare pecche evitabili nel corso di una gara. In Inghilterra questa soluzione c’è già, e ha dimostrato la sua straordinaria efficienza. Il presidente Tavecchio vorrebbe seguire a ruota la federazione tedesca e ha dato il suo “ok” per adeguarsi a partire dalla prossima stagione.
Non perdiamo altro tempo perchè come diceva sant’Agostino: “sbagliare è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico”.