Foto Trieste, Maggio 2009
Eccola, l’ “Ultima spiaggia”. Esattamente come 6 anni fa al Nereo Rocco di Trieste. Questa volta, però, si trova a 495 km da Modena e si chiama “Domenico Francioni”.
Ad un passo dalla retrocessione; ad un centimetro dalla fine, come direbbe Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Perché “siamo all’inferno, Signori miei”, ma questa volta, non da “squadra” come accadde quel sabato in Friuli, bensì più disuniti che mai.
Eppure c’è ancora un barlume di speranza. Perché una settimana, così come una partita di calcio, NON può cambiare l’andazzo di una stagione; ma può, pensate, risolvere tutti i problemi.
L’esonero del duo Melotti-Pavan, rientrato dopo qualche ora per l’opposizione dei giocatori al ritorno di Novellino, è un film già visto in una stagione dove di cose ordinarie ne sono successe assai poche. L’ennesima figuraggia di un 2015 che, in casa gialloblu, verrà ricordato più per i comunicati stampa, che per le prestazioni sul campo.
Quattro giorni in cui NON bisogna inventare nulla, perché il calcio è il gioco più facile del mondo, e rimane tale. Quattro giorni per “fingere di essere un gruppo” e dimostrare, quanto meno, di essere uomini con gli attributi; perché in questo disastro, sono in pochi i canarini a chiudere a testa alta.
Niente paura e niente scherzi, perché in campo ci deve andare chi sa giocare a pallone, ma soprattutto chi tiene alla maglia. Fame, cuore, ed orgoglio, sono i dettagli che in Serie B fanno la differenza; è la storia che lo insegna.
Tentare un “Trieste Bis”, per chi c’era, o comunque per chi ricorda quella impresa straordinaria arrivata a 300 secondi dalla fine del campionato. Anche se NON siete una “squadra“, dovete strappare, con le unghie e con i denti, tre punti in Lazio. Per un geminiano, la Serie B vale quanto la Coppa dei Campioni.
E Parliamoci chiaro. Un’eventuale retrocessione non significherebbe necessariamente Lega Pro, visto che l’attuale situazione societaria non dà garanzie per continuare a vivere nei professionisti. Uno stimolo in più, insomma, per chi scende in campo, per salvare non solo la cadetteria, ma forse, anche l’esistenza del Modena F.C..