Dopo la tripletta rifilata al Milan nel lunch match di domenica, il nome di Domenico Berardi è tornato prepotentemente alle luci dalla ribalta, riproponendo ancora una volta il classico ciclo grande prestazione=titoloni di giornale tipico della comunicazione sportiva italiana (e non). Sarà stata la presenza di un avversario di prestigio come il Milan, sarà la scarsa attenzione mediatica che per motivi puramente demografici il Sassuolo genera, fatto sta che molto spesso, di Domenico Berardi, ci si dimentica. Non a Sassuolo, ovviamente, dove il talento dell’attaccante calabrese ha letteralmente trascinato la squadra neroverde a una salvezza e alla migliore stagione nella storia del club in annate consecutive, ma a livello nazionale, quando si parla dei migliori giocatori – giovani ma non solo- del nostro campionato.
Eppure Berardi è al vertice di quasi tutte le graduatorie statistiche, tra gol, assist, dribbling e indici generali di rendimento. Il tutto prima di compiere 21 anni. Con i tre gol di domenica, Berardi è salito al settimo posto della classifica marcatori grazie ai suoi 14 gol stagionali, gli stessi di Di Natale, solo due in meno di gente come Menez e Higuain. Discorso simile vale anche per gli assist, ben 8 in questa stagione, che gli valgono il quinto posto nella specifica graduatoria, a sole due lunghezze dalla vetta, occupata da Dybala e Hamsik. Stessa storia per i tiri a partita, graduatoria in cui occupa la nona posizione nel campionato di Serie A. Sommando gol e assist sono solo tre i giocatori che possono dire di aver fatto meglio di Berardi: Higuain, Dybala e Tevez. Una discreta compagnia. Per non parlare del confronto con i pari età: tra i giocatori nati dal ’94 in poi che militano in Serie A Berardi è il primo per gol, assist e tiri verso la porta, ed è terzo per dribbling riusciti.
Ma i numeri non dicono tutto: la stagione di Berardi lo ha visto migliorare infinitamente dal punto di vista tattico, soprattutto nella capacità di prendere le giuste decisioni. Berardi non è mai stato un dribblomane innamorato alla follia del pallone, ma negli anni passati era più facile vederlo ricevere palla e cercare con insistenza un dribbling per arrivare subito al tiro, senza valutare eventuali alternative. Adesso il suo gioco è più evoluto, ha aggiunto quella pausa che serve a scandagliare il campo, e non è più affrettato nelle scelte. Per larghi tratti della stagione è stato facilitato da un Sassuolo che girava a mille, e in questo senso il calcio di Di Francesco, fatto di verticalizzazioni e campo aperto, sembrava cucitogli addosso, ma non si può non riconoscere i progressi fatti dal ragazzo.
Nonostante un inizio di stagione balbettante e i soliti problemi disciplinari (Berardi resta il secondo giocatore più sanzionato della Serie A), il talento di Cariati si sta per mettere alle spalle un’altra stagione di altissimo livello nel massimo campionato italiano. Solo una manciata di giocatori possono dire di aver fatto meglio di lui, quasi nessuno (probabilmente anche senza il “quasi”) tra i più giovani della Serie A. Al momento non ci è dato sapere se il futuro prossimo di Berardi sarà ancora in Emilia o se il gioiellino classe ’94 volerà verso altri lidi, quel che è certo è che i tifosi neroverdi dovrebbero essere lieti di aver visto all’opera uno dei migliori giocatori del campionato