foto da magicpro.it
“Parte della ciurma, parte della nave”. Se Davide Luppi dovesse scegliere un titolo per la sua vita, beh, probabilmente sceglierebbe questo.
“Parte della ciurma, parte della nave”. Proprio così, perché il “Pirata”, come lo chiamano da queste parti, ha sempre tenuto la testa sulle spalle, e soprattutto non si è mai dimenticato da dove viene.
Tutta la trafila nelle giovanili del Bologna, per poi passare al Sassuolo in Primavera; le esperienze nel calcio dei grandi con le maglie di Manfredonia, Viareggio e Portogruaro, prima di tornare a vestire la casacca neroverde. Sissignori, perchè la Serie B, il “Lupo“, l’ha già vinta nella stagione 2012/13. Non da protagonista, vero, ma da autentico uomo spogliatoio. Bisogna aspettare ancora un anno per esordire in cadetteria. Questione di tempo, non di numeri.
Ha passato la carriera a dover dimostrare che nei professionisti lui ci può stare, come se non fossero bastati più di trenta gol nel campionato nazionale dilettanti a due passi da casa. Una stagione quasi perfetta quella di Correggio. “Quasi”. Perché l’epilogo amaro nello spareggio con la Lucchese è una ferita che non si rimargina facilmente.
Davide è tornato all’ombra della Ghirlandina dopo 6 mesi a Vercelli, più maturo di prima, pronto per un ruolo da protagonista. La parentesi in Piemonte l’ha fatto crescere dal punto di vista umano e professionale. Ora, la società canarina crede in lui, il tecnico Hernan Crespo pure. Di gol ne ha sempre segnati anche nel ruolo di esterno d’attacco, quello che ricoprirà con ogni probabilità in questa stagione con l’allenatore argentino.
Mano davanti all’occhio e corsa sotto la Montagnani per esultare. C’è sempre una prima volta allo stadio Braglia. Non dimentichiamocelo: “Il Lupo perde il pelo, ma non il vizio.”