8 Maggio 2016, una data che rimarrà impressa per molto tempo nella mente dei tifosi di Modena Volley. Gara 3 di finale scudetto, la DHL Modena Volley, avanti nei set per 2-0, ospita la formazione della Sir Safety Perugia. La partita è tiratissima, le due squadre si danno battaglia, il PalaPanini è infuocato, non c’è un posto libero. Le due formazioni arrivano al tie-break, Perugia parte forte, Modena insegue, aggancia, supera e quando gli ospiti mandano in rete il servizio, la gioia esplode. Una gioia tanto attesa, tanto sperata: dopo 14 anni Modena ha alzato al cielo lo scudetto.
Lì sugli spalti gli Irriducibili Gialloblu, da sempre l’uomo in più in campo e per questo a 9 giorni di distanza a parlare ed esprimere le loro emozioni sono Alessandro Zaniboni e Daniele Galeotti, rispettivamente Presidente e vice-Presidente degli Irriducibili Gialloblu.
Ragazzi, come avete vissuto gara 3 di finale scudetto?
ALESSANDRO: “La partita è stata un mix di emozioni: dalla tensione del pre-partita per la riuscita della nostra coreografia, passando per il match con momenti di massimo entusiasmo ed altri più difficili, ma con un finale fantastico!”
DANIELE: “Essendo entrato per la prima volta al palazzo nella stagione 2004/2005, per me era la seconda finale scudetto. In questa però, rispetto all’anno scorso, sentivo già dall’inizio che nell’aria c’era qualcosa di diverso.
La partita per quanto mi riguarda è stata un susseguirsi di emozioni vissute, la maggior parte, con le spalle rivolte verso il campo (avendo il megafono non seguo molto le azioni il campo), ma questa è anche la parte più bella della mia passione: vivere la partita attraverso gli occhi, le urla e le espressioni dei tifosi.
Penso che l’andamento del match sia tutto raffigurato nel tie break. Ad un certo punto avevo già la testa a Perugia, pensavo di dovermi fare l’ennesima trasferta di questa stagione poi, dopo l’ace di Petric che ha portato il risultato sul 9 pari, con quella bolgia dentro al palazzo e con i nostri giocatori carichi a 1000, ho pensato che per Perugia fosse veramente impossibile vincere e cosi è stato. Ho visto e sentito il palazzo che tutti volevano, di cui tutti parlavano, quello che fa tremare le gambe agli avversari”.
Quando l’ultima palla è caduta per terra cosa avete provato?
ALESSANDRO: “Una gioia indescrivibile, una liberazione pensando a questi 14 lunghi anni dove abbiamo mandato giù solo dei magoni”.
DANIELE: “Non mi sono reso conto subito di cosa fosse successo veramente, solo con il passare del tempo ho capito che finalmente tutti gli sforzi fatti in questi 11 anni hanno trovato un giusto premio. Per anni ho perso la voce dentro a quel megafono, ho urlato a più non posso per trascinare i nostri ragazzi alla conquista di qualche successo: successo che, dopo tanto sudore, è arrivato!”
Alessandro, è stata una stagione impegnativa non solo per i ragazzi in campo, ma anche per voi che avete sempre seguito la squadra. Avete mai contato quanti km avete percorso e soprattutto qual’é stata la trasferta più difficile?”
“Giocando praticamente ogni 3 giorni la stagione è stata molto intensa anche per noi Irriducibili. Non so di preciso quanti km abbiamo percorso, ma sicuramente tanti. La trasferta più difficile è stata quella di Ankara, dove per impegni di lavoro non ho potuto partecipare, ma i ragazzi che erano là mi hanno raccontato di una trasferta complicata in tutti i sensi”.
Daniele, tu ad Ankara eri presente e il ricordo va a quel terribile attentato. Cosa ricordi di quel momento?”
“Ankara non la scorderò mai per svariati motivi. A fine partita ci hanno avvisato che la squadra era chiusa negli spogliatoi perché c’era stato un attentato. Subito pensavamo ad uno scherzo, invece appena usciti dal palazzo per andare in hotel ci siamo resi conto che purtroppo era vero.
Noi irriducibili (oltre a me c’erano anche Elisa, Stella, Chiara, Lucia), per stemperare un po’ la tensione, una volta arrivati in albergo ci siamo riuniti in un’unica camera cercando di tranquillizzare il più possibile i nostri familiari e amici che erano a casa, oltre che per programmare la giornata seguente che coincideva con il nostro ritorno a Modena.
La mattina seguente in taxi ci siamo diretti in aeroporto dove poco dopo è arrivata la squadra, e insieme abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno dove più che della partita si è parlato di quanto accaduto la sera prima. Fortunatamente per noi, tutto è andato bene”
Venendo al PalaPanini è impossibile non notare le vostre coreografie ed essere coinvolti dai vostri cori. Come nascono e soprattutto quanto lavoro c’è dietro?
ALESSANDRO: “Dietro alle coreografie c’è molto lavoro di squadra, tra noi del direttivo e qualche aiuto esterno, direi anche parecchie ore. Nella fase finale abbiamo avuto qualche problema tecnico su alcune coreografie già studiate che all’ultimo minuto abbiamo dovuto cambiare, ma insieme alla nostra fantastica responsabile Enrica siamo riusciti a sistemare il tutto alla grande e tirare fuori uno spettacolo unico. Quest’anno poi siamo riusciti a coinvolgere ancora di più il pubblico del Palapanini e lo “shalalalala” durante il time out a 12 è stato da brividi.”
DANIELE: “Come diceva Alessandro per quanto riguarda le coreografie siamo il braccio di una grande mente che è quella di Enrica, che rende realtà le svariate idee che noi mettiamo insieme.
Diciamo che giocando ogni tre giorni è stata una stagione impegnativa anche per noi tifosi perché non avevamo il tempo di organizzarci per provare a progettare qualcosa, ma nonostante ciò nei play off abbiamo dato il meglio di noi e dimostrato che quando facciamo gruppo siamo i numeri uno. Per il tifo tutto è venuto con semplicità: megafono in mano, coro e la gente ti segue!
Vorrei approfittarne e ringraziare i giovani irriducibili e tutti coloro che durante questa stagione ci hanno aiutato nel tifo e nella realizzazione delle coreografie”.
Quale giocatore vi ha maggiormente colpito e perché?
ALESSANDRO: “Secondo me quest’anno il giocatore che è migliorato tanto rispetto allo scorso campionato è stato Luca Vettori, ma comunque la differenza di Modena rispetto alle altre squadre è sempre il gruppo che si è formato: unico”.
DANIELE: “In questa stagione il motto è stato “NOI SIAMO LA SQUADRA”, e faccio fatica a scegliere un giocatore, perché tutti, quando chiamati in causa, hanno dato il loro preziosissimo contributo”.
Alessandro, sbaglio o gli Irriducibili Gialloblu sono come una grande famiglia?
“Chi si avvicina agli Irriducibili ci definisce così, una famiglia, probabilmente perché qualsiasi tifoso che partecipa alla nostra passione diventa uno di noi”.
Daniele, ora che il campionato è finito siete pronti a seguire anche la Nazionale?
“Si, adesso iniziano gli impegni della nazionale e, tempo permettendo, faremo il possibile per seguire anche gli azzurri. Sicuramente qualcuno di noi sparso per il mondo ci sarà. Penso ad esempio a Chiara che ha già da tempo prenotato la sua vacanza a Rio per seguire dal vivo le Olimpiadi. Detto questo io proverò ad andare a vedere qualche partita di World League, anzi vorrei fare un grandissimo in bocca al lupo alla nostra nazionale azzurra e anche a tutti i giocatori gialloblù delle varie nazionali”.
Per finire, se vi dovessi chiedere 3 momenti che rimarranno per sempre nella vostra mente?
ALESSANDRO: “Li metto in ordine crescente: Padova, quando a fine partita Angelo Lorenzetti ha portato la squadra a festeggiare sotto la curva il titolo di Campioni d’Inverno, poi la cena Irriducibili dove i giocatori/mister si sono prestati ad una gara di ballo e hanno partecipato in modo entusiasmante all’evento, e per finire le vittorie della Coppa Italia a Milano e soprattutto lo Scudetto dopo 14 anni, vinto dentro ad un Tempio del Volley SPET-TA-CO-LA-RE!”
DANIELE: “Sono molti i momenti che rimarranno nella mia mente per sempre: innanzitutto la Coppa Italia dell’anno scorso vinta a Bologna perché è stato il mio primo trofeo da quando ho iniziato ad inseguire questa passione, poi lo scudetto, che a Modena era atteso da troppo tempo, e concluderei con la trasferta di Champions ad Ankara”.
Lo sport è amicizia, emozioni, lacrime, gioie e anche dolori, ma loro sono sempre lì, coi megafoni in mano, senza voce a fine partita, a sostenere in ogni momento ciò che per loro è una passione tanto grande.
Lascio ad Alessandro il compito di chiudere questa lunga intervista: “Vorrei ringraziare tutti i nostri soci, la società, lo staff tecnico e dirigenziale, la squadra e tutti coloro che hanno partecipato con noi a questa fantastica stagione del triplete”.