di Fabio Sala
Sono 50 per Hamilton le vittorie in carriera in Formula1. La tanto attesa 50esima arriva ad Austin in Texas. Partito in pole, rimasto leader dall’inizio alla fine (salvo momenti del pit stop) senza mai essere veramente impensierito dal compagno di squadra che chiude secondo e si presenterà all’appuntamento in Messico (prossima domenica) con 26 punti di vantaggio nel mondiale. Sul gradino più basso del podio Ricciardo, davanti a Vettel. Out sia Raikkonen che Verstappen. Nel giorno in cui la Ferrari avrebbe potuto recuperare punti in ottica secondo posto nel mondiale costruttori un errore al pit ha costretto Kimi al ritiro. Dall’America ora voleremo in Messico, dove il prossimo weekend si tornerà di nuovo in pista. Qualifiche e gara alle ore 20.00, diretta Sky e Rai.
LA GARA – Una gara che si potrebbe definire strana. La ferrari è double-face. Le gomme soft con Kimi non funzionano mentre con Vettel si. Ma procediamo con ordine. Alla partenza scatta bene (notizia!) Hamilton che si tiene la prima posizione su Ricciardo, che allo start scavalca Rosberg. Kimi riesce a mettersi davanti a Verstappen, mentre Vettel rimane in sesta piazza. Nell’intervallo dal giro 9-12 cambiano tutti le gomme. Mercedes con Nico vanno su mescola media, mentre tutto gli altri top 5 driver montano le soft. Vettel con gomme gialle è il più veloce di tutti. Al giro 25 Rai monta nuovamente le supersoft, non essendo mai prestazionale con le gialle. Il giro dopo si ferma anche Ricciardo che va su gomme medie per andare fino in fondo. Al 27esimo giro succede a Verstappen ciò che era successo a Ricciardo a Montecarlo: l’olandese rientra ai box ma mancavano le gomme di destra. Dopo un pit lungo, anche lui opta per le medie. La colpa comunque è di ves perché ha deciso il pit senza avvisare il muretto. Al 30° giro Vettel rientra e monta gomme medie. Mai provate, la Ferrari ha azzardato avendone solo uno a disposizione. Scelta che non ha fatto ne caldo ne freddo, in quanto il tedesco non è stato in grado di recuperare sui piloti davanti, anche per problemi di carico aerodinamico sull’ala posteriore. Nello stesso momento Verstappen ha problemi sulla monoposto. Continua a girare in prima a 50 all’ora: dopodichè decide di parcheggiare nella sabbia. Incomprensibile il comportamento del pilota delle lattine volanti. Il suo ritiro causa la virtual safety car (boiata clamorosa). Rientrano sotto regime di safety i due Mercedes e mettono gomma bianca nuova entrambi. All’uscita Ros vuole passare una Manor che lo aveva passato nei box, ma si ricorda che c’è regime di bandiera gialla e sopprime la manovra di sorpasso. Avrebbe certamente preso una penalità e probabilmente non sarebbe arrivato secondo ma terzo. Al giro 39 pit stop per Rai e problema che lo costringe al ritiro. Gomma posteriore destra non bloccata. Esce dalla pit, accosta e fa retro fino al box dove sono i commissari di gara. Addio corsa. La gara diventa anonima tra i 4 la davanti. Posizioni che rimangono congelate fino alla fine, con Vettel che decide di fermarsi al 54° giro, quando ne mancavano due alla fine, per montare gomma rossa e far registrare il giro veloce in gara. Il vero spettacolo è nelle retrovie, dove Alonso si prende la sesta posizione ai danni di Sainz e celebra il sorpasso con un team radio stile cow-boy, urlando “YYYY AAAA”. Hamilton vince e riduce lo svantaggio. 3 gare per sperare in una vittoria che sembra in mano al compagno di squadra. La Ferrari ancora anonima.
immagine ripresa dall’account twitter ufficiale F1
L’ANALISI – Nel giorno in cui si sarebbero potuti recuperare punti importanti in ottica secondo posto mondiale costruttori visto il ritiro di Verstappen, l’errore umano lapit impedisce a Raikkonen di piazzarsi 4 davanti a Vettel e fare in modo di accorciare in classifica sia su Ricciardo sia sulla Red Bull in generale. Non siamo qui a criticare i meccanici, che fanno un lavoro dove c’è tanta pressione, specie al momento dei pit stop. Certo è che quando già non va benissimo in pista, se ci si mette anche l’errore qua piove sul bagnato. Non un weekend facile per la rossa, come ce ne sono già stati fin da inizio campionato. Certo, se però continuiamo a dire “pensiamo alla prossima” qui non si va mica troppo avanti. L’unica nota positiva è che grazie al ritiro del giovane olandese della Red Bull, Vettel lo ha staccato in classifica prendendosi la 5^ posizione in oslitaria (5^ posizione, come se fosse per quella che deve lottare la Ferrari). C’è poco da salvare anche oggi. La strategia non ha influito ne negativamente ne positivamente. La Rossa di Vet inoltre ha riscontrato problemi di carico sull’ala posteriore con cui il tedesco ha dovuto convivere per una ventina di giri (forse si deve anche a questo il pit stop nel finale: per controllare eventuali danni sull’ala). L’unica magra, magrissima s enon inutile consolazione è il giro veloce di Vet nel finale, in 1.39. 3 gare al termine, Messico prossima settimana, Brasile il 13 Novembre e Abu Dhabi il 27 Novembre. 53 i punti di distacco dalla Red Bull nel mondiale costruttori. Per recuperarli tutti ci vorrebbe quanto meno una doppietta in un gran premio. E poi forse non basterebbe. Stagione forse peggiore del 2014 questa; soprattutto per le aspettative che avevano creato i piani alti Ferrari.