di Alessandro Troncone
Undici punti in quindici giornate, peggior attacco (in compartecipazione col Benevento) e squadra invischiata nella lotta per non retrocedere. L’addio di Eusebio Di Francesco ha inciso pesantemente sul gioco e sul rendimento e, prima Bucchi, ora Iachini, hanno dovuto fare i conti con una rosa senz’anima, svuotata. Di stimoli e di prospettive. Non dimentichiamo che i giocatori che compongono lo zoccolo duro dei neroverdi come Acerbi, Berardi, Missiroli, Peluso erano ad un passo dal lasciare il Sassuolo. Per Acerbi si parlava di Inter, Zenit, Torino. Mentre Berardi, eterno promesso alla Juve, avrebbe voluto seguire Di Francesco a Roma. Invece sono rimasti, forse controvoglia.
I nodi sono venuti al pettine. Normale che qualche motivazione sia venuta a mancare da parte di chi era ad un passo dal giocare addirittura in Europa con altre maglie. Berardi è il lontano parente del giovane promettente che sorprendeva tutta l’Italia calcistica, Acerbi e la difesa scricchiolano troppo e davanti manca un bomber da doppia cifra. E’ il momento, però, che questa squadra si compatti perchè i nomi per raggiungere una salvezza tranquilla ci sono. Ecco perchè grandi colpe le aveva anche chi la guidava. Qualsiasi giocatore ha bisogno di un condottiero capace di stimolare, ogni giorno, il gruppo e i singoli (e in questa DiFra è un maestro). La scelta del patron Squinzi è ricaduta, non a caso, su Beppe Iachini, uno che sicuramente non le manda a dire.
Qualcosina in Coppa Italia si è visto. A Firenze invece, il solito Sassuolo di quest’anno. Domenica, al Mapei Stadium, dove il Sassuolo non ha ancora vinto in questa stagione, servirà solo la vittoria contro un Crotone scosso dall’addio di Davide Nicola. Servirà essere affamati. Servirà approfittare del possibile momento di confusione dell’avversario per arrivare ai tre punti e dimenticare, momentaneamente, una crisi lunga quindici giornate.