Prendi tre amici malati di NBA, falli sedere intorno a un tavolo e accendi i microfoni. Eccolo come nasce “Il Sesto Uomo”, il podcast realizzato da Andrea Blasi, Filippo Consorti e Andrea Bortolamasi che su Spotify racconta la palla a spicchi più spettacolare del mondo. Blaze, Fil e Borto hanno storie e percorsi diversi, di Roma il primo, San Benedetto il secondo, orgogliosamente geminiano il terzo, oggi Assessore alla cultura del Comune. Già, cultura, perché l’NBA prima di essere basket è un melting pot che mette insieme cultura appunto, sport, spettacolo, personaggi, il top della Sport Communication a stelle e strisce. Con Andrea Blaze Blasi abbiamo parlato proprio de “Il Sesto Uomo”.
“Volevo fare qualcosa di nuovo, legato alle mie passioni e mi è venuto in mente di iniziare a parlare di basket. Il basket è la passione più grande che ho. Ho fatto il giocatore per quindici anni, l’allenatore per altri quattro. Visto che a scrivere non sono bravo, ho pensato di parlarne , sono appassionato dei talk show americani che fanno approfondimento sull’ NBA. Creare un podcast, secondo me, era anche una cosa diversa dal solito e facile da realizzare con un budget basso, così ho iniziato a pensare ad ex compagni di squadra, allenatori e amici. Poi l’illuminazione, ho pensato a Filippo Consorti e Andrea Bortolamasi, su suggerimento della mia compagna Chiara. Ho conosciuto entrambi durante i miei 5 anni di lavoro al PalaPanini. Fil e Borto hanno detto subito di sì, da lí è partito tutto”.
Quando hai iniziato ad appassionarti all’NBA?
“Ho iniziato a giocare a basket, a 6-7 anni, dopo aver visto Space Jam per la prima volta. Appena ho iniziato, mi sono subito reso conto che era lo sport che più mi appassionava. Nei primi anni 2000 si iniziavano ad avere anche DVD di vecchie partite, highlights e mi sono fatto un po’ una cultura anche grazie a mio padre, ex cestista e grande appassionato di basket. La data in cui è esplosa veramente la passione è stato nel 2008, seguendo da appassionato le finali NBA tra i Lakers e i Celtics. Vinsero 4-2 i Celtics, c’era Kobe Bryant, e tanti altri, una meraviglia. Mi innamorai dei Celtics in quella stagione, vennero a fare una partita a Roma nell’estate del 2007, li ho visti live, uno spettacolo che non dimentico e non dimenticherò”.
L’NBA sembra un qualcosa di totalmente diverso rispetto al basket italiano ed europeo, è così? Cosa lo rende così speciale?
“Il livello tecnico e il tasso atletico dei giocatori è superiore a quello che vediamo, soprattutto, nelle leghe europee. La differenza è la quantità di talento in tutta la lega e la clamorosa capacità che ha l’NBA di creare personaggi, rivalità e intrattenimento. Riescono a vendere il prodotto in una maniera migliore di tutti, gli americani su questo sono imbattibili e tutt’ora irraggiungibili. Anche se, ormai, ci sono tre o quattro giocatori europei nell’NBA che sono grandi star e non hanno nulla da invidiare ad altri. La differenza più grande è proprio il pacchetto completo, compreso di investimenti, palazzi dello sport futuristici, produzione televisiva, epicità nel modo di raccontarla. I giocatori arrivano alla partita con la telecamera addosso, da quando scendono dal pullman fino a quando entrano nello spogliatoio, così si riconosce la cultura NBA. E’ impossibile non appassionarsi se sei uno che segue o ha giocato a basket”.
Fenomeno, che giocatore ti viene in mente?
“Il mio preferito sarà sempre Lebron James. Se dovessi dirti una top 5 direi Lebron e Jordan, ovviamente, poi Kobe, Jabbar e Magic Johnson. Questo è il quintetto con cui andrei in battaglia”.
La squadra più forte mai esistita?
“E’ un testa a testa tra i Bulls anni ’90 e i Warriors di questi ultimi 4-5 anni, che hanno dominato l’NBA. Soprattutto quelli del 2017/2018, quando hanno aggiunto anche Durant”.
Qual è la favorita per il titolo di quest’anno? E la favorita di Fil e Borto?
“Per me, che vado un po’ controcorrente, sono i Boston Celtics. Fil dice i Los Angeles Clippers, Borto dice Phoenix Suns”.
Chi è di voi tre il più forte a giocare a basket e chi capisce di più di NBA?
“Non ho mai giocato a basket con loro, ma concedo a Borto di essere il più forte sul campo, ma più esperto e appassionato di me non c’è nessuno (ride Blaze)”.
Dov’è possibile seguire “Il sesto uomo”?
“È disponibile su Spotify. Stiamo provando a pubblicare un episodio a settimana fino a maggio, poi si vedrà. Abbiamo anche la pagina Instagram e Twitter, dove seguire tutti gli aggiornamenti”.
Ed eccolo il canale Spotify de “Il Sesto Uomo”: https://spoti.fi/3ggDkwc