Troppo vecchio e troppo inquinante il parco circolante del nostro Paese: addirittura 3 milioni e 700 mila auto – il 9,3% del totale – sono state immatricolate prima del 1993. Per la maggior parte si tratta di Euro 0 che contano, ormai, almeno 30 anni di età. Ecco cosa emerge da “Autoritratto 2022”, la pubblicazione statistica dell’ACI, che fotografa il parco veicolare di Regioni, Province e Comuni al 31 dicembre 2022, online sul sito ACI.
“Purtroppo sono dati allarmanti – afferma Vincenzo Credi, presidente di Aci Modena -, che comunque sapevamo già. C’è un parco macchine veramente molto vecchio, ma allo stesso tempo bisogna dire che all’utenza non vengono dati aiuti e contributi per cambiare la situazione. L’esempio è rappresentato dalle macchine elettriche, non ci sono le infrastrutture adatte per sostenere l’utilizzo di tali vetture”.
Solo 1 auto su 7 (13,9%), inoltre, è ecologica. In valori percentuali, rispetto al totale del circolante, Marche ed Emilia Romagna risultano le regioni più “verdi” (rispettivamente, 23,7% e 23%), seguite dalla Valle D’Aosta (20,7%) e dall’Umbria (17,9%). In valori assoluti è la Lombardia la regione con il più alto numero di auto ecologiche (800mila). Seguono Emilia Romagna (680mila) e Lazio (590mila). In coda Molise (24mila) e Basilicata (34mila).
“L’Emilia-Romagna – prosegue Vincenzo Credi – resta sempre tra le regioni più virtuose, d’altronde siamo la capitale dei motori e qui da noi ci sono tutte le aziende più importanti a livello mondiale. Non è sicuramente una soddisfazione dato che la situazione è molto allarmante e credo sia arrivata l’ora di dare aiuti e incentivi alla gente. Attualmente è una follia puntare su una macchina elettrica, hanno costi esorbitanti e tempi di ricarica troppo lunghi”.
Decisamente rilevante, almeno in termini percentuali, (in valori assoluti, solo il 4,3% del parco), l’aumento delle auto ad alimentazione elettrica (elettriche, ibrido benzina e ibrido gasolio): in media, a livello nazionale, l’incremento tra 2021 e 2022 è stato del 49%.
“Da questo punto di vista credo che la normativa 2035 – conclude il presidente di Aci Modena – non sia molto giusta, non siamo ancora strutturati per arrivare ad un tale evento. Ci sono tante alternative, secondo me non siamo ancora pronti per l’elettrico. Guardiamo solo la fase di utilizzo da parte dell’utenza, ma senza guardare dove sono prodotte e dove vengono smaltite eventuali batterie. Se le produci con l’eolico o con altre energie alternative è un discorso, se invece vai a foraggiarle con idrocarburi o carbone torniamo al punto di partenza. Quindi, al momento, non siamo strutturati per un evento del genere”.