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A due giorni dal termine di una (come sempre) infuocata sessione estiva, facciamo un passo indietro per andare ad analizzare il mercato del Sassuolo, tra arrivi partenze e trattative sfumate. Dopo due mesi di passione e oltre 24 milioni di euro spesi, cosa si può dire sulla rosa a disposizione di mister Di Francesco? Sarà adeguata all’impegno che la attende? Entriamo nel dettaglio:
Partiamo dai freddi e spietati numeri: la tranche estiva del calciomercato neroverde si è chiusa con 5 arrivi (Peluso, Pavoletti, Consigli, Vrsaljko e Taider) a fronte di 10 cessioni (Sanabria, Ziegler, Alexe, Farias, Kurtic, Marrone, Rosi, Masucci, Pucino e Pedro Mendes), il tutto per 24,3 milioni di euro speso contro i 7,8 incassati, per una perdita complessiva di 16,5 milioni di euro. La rosa è stata ridotta (escludendo i possibili innesti della Primavera) da 32 a 28 giocatori, numero ampiamente nella media del campionato.
Secondo il mio personalissimo (e opinabilissimo) parere, ci sono due modi di valutare il mercato del Sassuolo da un punto di vista qualitativo: paragonare la rosa alle aspettative di inizio mercato o paragonare la stessa rosa rispetto a quella della passata stagione. A seconda del punto di vista che si sceglie di adottare, la valutazione degli esiti del mercato neroverde può risultare soddisfacente o deludente, positiva o tutto al più mediocre.
Mi spiego meglio: se confrontiamo la rosa che avrà a disposizione Di Francesco in questo campionato rispetto a quella che ha affrontato la stagione scorsa, mi sembra quasi impossibile essere delusi del lavoro di Bonato e soci: tutti i pezzi pregiati sono stati confermati (Berardi e Zaza su tutti, ma anche i rinnovi di Biondini e Sansone sono altrettanto importanti), e inoltre sono stati migliorati quei reparti che nell’annata scorsa avevano mostrato più lacune, in particolar modo gli esterni. Non me ne vogliano Gazzola e Longhi, ma gli innesti di Vrsaljko e Peluso rappresentano certamente degli upgrade nel ruolo di terzino, col croato che è stato vera e propria punta di diamante della campagna estiva. Aggiungiamoci anche gli acquisti di Taider e di Consigli, uno dei portieri che per rendimento (da anni) eccelle nel nostro campionato, e il risultato è una rosa non solo più qualitativa e profonda, ma anche nettamente più giovane di quella passata, dato che non mi sentirei di sottovalutare. Fondamentalmente, una rosa che l’anno scorso è valsa una salvezza (anche se molto sudata) è stata migliorata nei punti deboli, resa più profonda e addirittura ringiovanita, un risultato tutt’altro che da buttare.
Il malcontento, o quantomeno la fredda reazione che emerge da siti, blog e forum di tifosi, mi pare più che altro dovuto alle aspettative che venivano riservate nei confronti del mercato, aspettative che sono state fomentata dalle voci che, un giorno sì e l’altro anche, avvicinavano alla casacca neroverde nomi di grande calibro. L’esempio più lampante di tutti è stato il caso Cigarini, giocatore che negli scorsi mesi è stato accostato un’infinità di volte al Sassuolo, aumentando (forse eccessivamente, chi lo sa) l’hype per la ventura stagione (nota a margine, Nereo Bonato in un’intervista di oggi, ha dichiarato come lo stesso Di Francesco a un certo punto del mercato abbia preferito virare su un giocatore diverso dal centrocampista atalantino). Cigarini a parte, le stesse voci riguardanti gente come Baselli, Bernardeschi e Kucka hanno innescato la speranza che una sola sessione di mercato potesse portare il Sassuolo a diventare una grande squadra, forse da Europa, dimenticandosi da dove viene la truppa di Di Francesco e di quanta fatica abbia impiegato per arrivarci.
Le note dolenti principali, forse, sono quelle relative alle mancate cessioni di Pavoletti e Manfredini, giocatori che per caratteristiche e abbondanza di pari-ruolo, sarà difficile vedere con continuità in campo. Se per Manfredini il problema principale è stato trovare acquirenti (si erano fatti avanti Bologna e Spezia, ma l’interesse era timido), per l’attaccante toscano le difficoltà sono nate per il rifiuto che il Sassuolo ha dimostrato nei confronti della formula del prestito.
In conclusione mi sento di promuovere con ottimi voti il lavoro di Bonato e soci, che hanno migliorato la squadra nei suoi punti più deboli, il tutto a cifre più che ragionevoli. Sono stati scelti giocatori giovani, capaci e adatti all’idea di gioco di mister Di Francesco, ora tocca proprio all’allenatore pescarese riuscire a trovare l’amalgama giusta per unire gli ingredienti che gli sono stati dati. Le premesse per fare bene sono tutte dalla parte dei neroverdi, adesso bisognerà dimostrarlo sul campo.