Sebbene il merito dell’invenzione della pallavolo moderna sia da attribuire agli Stati Uniti d’America, si dice che questo sport parli soprattutto italiano. Nonostante la massiccia e prepotente presenza del calcio, che occupa ogni canale televisivo a tutte le ore, 7 giorni su 7 e per un anno intero, anche la pallavolo in Italia ha i suoi spazi, ahimè sempre più ridotti.
La crisi schiaccia pesantemente un pallone sul campo da volley, come un meteorite cancellando storie di squadre con un seguito di tifosi che credono in loro. Sì perché gli sponsor sembrano, non essere più così motivati a investire in un gioco, che pare non avere lo stesso clamore del calcio. Mi viene da giustificare questo pare, con la seguente semplice affermazione: si pensa che sia meno coinvolgente ed emozionante solo perché non c’è contatto fisico. Non è così!
È ben visibile in questi ultimi giorni a cavallo della fine della corsa allo scudetto e alla Challenge Cup. Il rischio anche quest’anno è che il numero delle squadre che possano partecipare alla massima divisione si ridurrà ancora. Per arginare temporaneamente si sta pensando di spostare le squadre di Cuneo e di Piacenza rispettivamente a Torino e Milano, già capitali del calcio. La storia della pallavolo finora ci ha insegnato che questi traslochi sono stati solo l’anticamera della chiusura, ad esempio SisleyTreviso, Gabeca Montichiari.
Siamo vicini ai tifosi di Cuneo e Piacenza, squadre contro le quali Casa Modena ha sempre lottato in vittoria e in perdita. Il nostro vuole essere un appello: apriamo le coscienze come portafogli degli sponsor, affinché questo sport che regala emozioni, grazie anche a quel lato umano che ancora ha, non venga messo nel dimenticatoio.