Foto Vignoli da modenafc.net
Ci voleva un’impresa, ed impresa non è stata. I gialli tornano con un pareggio che sa di sconfitta dalla Romagna e vedono svanire il sogno “finale playoff” allo Stadio Dino Manuzzi di Cesena. Una partita condizionata dal caldo torrido, nella quale non è stato possibile tenere ritmi alti per più di un tempo, spegne le speranze canarine di giocare in Serie A la prossima stagione. La squadra guidata da capitan Zoboli ha messo il cuore fino all’ultimo secondo dimostrando una voglia ed un attaccamento alla maglia d’altri tempi. Il Dio del calcio, dunque, non restituisce al canarino un po’ di fortuna che era mancata nelle due gare casalinghe con la squadra Cesenate e condanna la formazione di mister “Monzon” all’eliminazione.
Dopo appena 100 secondi, Babacar fa esplodere un destro terrificante contro la traversa; questo sarà il preludio di una gara in cui la buona sorte non assisterà la squadra emiliana. Il rigore in movimento di Tommy Bianchi, che finisce sugli spalti dei tifosi canarini, è l’emblema di un torneo nel quale al Modena è mancato solo il bacio della Dea bendata. Vince il catenaccio di Pierpaolo Bisoli, che ha potuto interpretare con il suo 4-3-3, analizzabile anche come 6-3-1, tutte e tre le partite contro il collega Novellino. La possibilità di “Chiudersi e ripartire” con due esterni offensivi con un passo di un’altra categoria come D’Alessandro e Defrel, attaccanti e terzini aggiunti, ha fatto sì che la squadra cesenate avesse la meglio nei 180 minuti totali. Proprio da un contropiede del talento scuola Roma nasce il vantaggio della squadra di casa: partenza da centrocampo, dribbling sulla destra e bordata sul secondo palo; il miracolo di Pinsoglio non basta perché Marilungo, da due passi come all’andata, chiude di fatto la pratica. La rete di Manfrin riaccende la speranza solo per qualche istante, ma è troppo tardi per tornare in partita. Il tempo per realizzare che il sogno è svanito, un attimo di amarezza al fischio finale e poi comincia lo spettacolo nel settore ospiti popolato da centinaia di maglie gialle.
90 minuti di cori incessanti non bastano per ringraziare una squadra che ha dato tutto; il pubblico gialloblu canta ininterrottamente a squarciagola per un’altra mezzora mentre i tifosi di casa lasciano lo stadio. Il ritorno in patria non è così amaro; c’è la volontà da parte di tutti i supporters modenesi di rendere omaggio ad una squadra che ha riportato entusiasmo alla città e che ha fatto respirare, nuovamente dopo tanti anni, aria di grande calcio. E allora tutti davanti allo stadio Braglia per salutare con un caloroso abbraccio i protagonisti di un’annata straordinaria.
Solo applausi e cori fino a tarda notte in via Monte Kosica, perché il pubblico di Modena ha imparato ad amare questa squadra per ciò che mette sul rettangolo di gioco, per l’impegno e la dedizione. Il calcio è così; si può vincere e si può perdere; ma ieri la città di Modena ha dimostrato che si può trionfare SEMPRE fuori dal campo e che merita per, sostegno e sportività, un’altra categoria.